Messico: un altro Nobel ambientalista ucciso

Messico: un altro Nobel ambientalista ucciso

Colpito a morte Isidro Baldenegro López, attivista della comunità degli indios Tarahumara. Anche lui – come Berta Caceres in Honduras, uccisa in marzo – era stato insignito del Goldman Environmental Prize per le sue iniziative in difesa della foresta minacciata da imprese del legname e narcotrafficanti

 

È il più prestigioso premio ambientalista al mondo. Ma sta diventando anche un drammatico pro-memoria di quanto l’impegno in difesa della terra oggi sia una frontiera drammaticamente rischiosa in alcune aree del mondo oggi.

A pochi mesi dall’omicidio di Berta Caceres in Honduras, un secondo attivista insignito del Goldman Environmental Prize – una sorta di «premio Nobel» dell’ambientalismo – è stato ucciso, stavolta in Messico. A cadere vittima della violenza è stato Isidro Baldenegro López, 51 anni, attivista dell’etnia Tarahumara, che nel 2005 era stato premiato per il suo impegno per la foresta della Sierra Madre, minacciata dagli interessi delle società del legname e degli stessi narcotrafficanti, che utilizzano i terreni ricavati dal disboscamento per coltivare la marijuana.

Isidro Baldenegro López è stata ucciso domenica nel suo villaggio, Coloradas de la Viergen, dove era ritornato per fare visita a uno zio: proprio per via delle ripetute minacce era stato infatti costretto a lasciare la sua comunità, nell’estrema regione meridionale dello Stato di Chihuahua. Secondo le indagini una persona che si trovava nella casa del parente ha estratto una pistola e gli ha sparato per motivi che, secondo la procura locale, non sono ancora chiari. Anche il padre – Julio Baldenegro – nel 1986 era stato ucciso per le sua opposizione al disboscamento illegale.

L’omicidio si inserisce in quell’intreccio perverso tra territori indigeni, interessi economici e narcotraffico che fiorisce nelle periferie del mondo abbandonate alla legge del più forte. «Nel solo ultimo anno – ha raccontato al New York Times Isela Gonzalez, direttrice dell’Alianza Sierra Madre – nella municipalità dove è morto Isidro sono stati quattro gli attivisti ambientalisti uccisi». Una scia di sangue che si ricollega direttamente alle contraddizioni di un’economia che uccide in nome della corsa alle materie prime e al massimo profitto, come denunciato con chiarezza da papa Francesco nell’enciclica Laudato Sì (leggi a questo link il lungo elenco dei martiri della difesa del creato che abbiamo censito su Mondo e Missione a un anno esatto dalla pubblicazione dell’enciclica).

«I dettagli intorno a questa morte non sono ancora chiari e non conosciamo i motivi che stanno dietro all’attacco – ha dichiarato la direttrice della Goldman Environmental Foundation, Susan R. Gelman -. Quello che sappiamo è che Isidro credeva profondamente nella resistenza pacifica e non violenta. La Goldman Environmental Foundation denuncia la violenza e crede che il cambiamento nasca solo dall’impegno dei cittadini per la difesa dei loro diritti e la protezione delle loro comunità e dell’ambiente. La vita e l’opera di Isidro sono stati degli esempi in questo senso. Purtroppo, invece, troppi governi non riescono a creare spazi sicuri dove le persone possano dare voce al loro dissenso e organizzare movimenti liberi dalla persecuzione e dagli attacchi violenti».