Strage continua: un altro prete ucciso in Messico

Strage continua: un altro prete ucciso in Messico

Colpito a morte nello Stato del Nayarit padre Felipe Altamirano Carrillo, un sacerdote di origini indigene. E già il secondo prete ucciso in Messico dall’inizio dell’anno, il quarantacinquesimo dal 1990. Intanto spunta un video con nuove minacce a padre Alejandro Solalinde

 

Ancora un prete ucciso. Ancora nel cattolicissimo Messico. La prelatura di El Nayar, una piccola diocesi di frontiera dello Stato del Nayarit che conta appena venticinque sacerdoti tra preti diocesani e religiosi, piange la morte di padre Felipe Altamirano Carrillo, un sacerdote di origine indigena colpito a morte ieri mattina. Secondo le notizie diffuse dalla diocesi locale padre Altamirano Carrillo è stato vittima di un agguato mentre si trovava in una delle comunità della città di Jesús María. Si tratta del secondo sacerdote ucciso in Messico dall’inizio dell’anno: prima di lui, il 3 gennaio scorso, era stato rapito e poi ritrovato ucciso padre Joaquín Hernández Sifuentes, nella diocesi di Saltillo.

La Conferenza episcopale messicana ha diffuso un messaggio di cordoglio in cui esprime nuovamente il suo dolore per questi atti di criminalità. «Gesù Cristo ci dia la forza di lottare per la costruzione di un mondo riconciliato e pacifico, giusto e fraterno – scrive il presidente della Conferenza episcopale, il cardinale Francisco Robles Ortega -. La morte non è la fine del messaggio di amore che ci ha portato il nostro Salvatore, ma la pienezza della vita. Con il suo sacerdozio, padre Felipe ha incarnato queste certezze che ci dà la fede».

Anche in questo 2017, dunque, il Messico si conferma il luogo più a rischio per i sacerdoti nel mondo. Con la morte di padre Altamirano Carrillo diventano infatti 45 i preti uccisi dal 1990 oggi. Morti indivisibili da quelle dei tanti altri operatori pastorali e attivisti per la difesa dei diritti dei più poveri, eliminati da bande criminali senza scupoli che troppo spesso in Messico possono contare sulla connivenza delle autorità pubbliche.

Proprio ieri, intanto, è arrivata intanto anche la notizia di nuove minacce padre Alejandro Solalinde, il sacerdote messicano che si batte per i migranti in balia dei trafficantri di esseri umani. Gli è stato recapitato via internet un filmato in cui il suo nome scritto su un foglio di carta è accompagnato da un rosario e sette pallottole. Padre Solalinde è stato candidato al premio Nobel per la pace e in Italia – sulla sua storia – sta per uscire per l’editrice Emi libro «I narcos mi vogliono morto»: o attendiamo a maggio a Milano al Pime per portare la sua testimonianza in occasione di Tuttaunaltrafesta.