Da Calitri allo Sri Lanka, zaino in spalla per gli ultimi

Da Calitri allo Sri Lanka, zaino in spalla per gli ultimi

La storia di Giuseppe Cubelli, volontario al servizio dei disabili in un Paese dell’Asia: «Guardando papa Francesco ho capito che donare al prossimo non è poi così difficile»

 

«Vedere i sogni trasformarsi in realtà è l’unica cosa che auguro a tutti gli esseri umani». Giuseppe Cubelli è un volontario, un giovane di buona volontà che ancora dà valore alla speranza, alla carità, alla solidarietà tra popoli. Non ha paura di sporcarsi le mani e ha scelto di mettere i suoi talenti al servizio di chi ha poco o nulla, se non la speranza che qualcosa cambi. Così, con il desiderio di aiutare, di fare, di sperimentare quell’amore disinteressato che arricchisce l’anima e trasforma i sogni dei più poveri ed indifesi in realtà, zaino in spalla, ha scelto di partire.

Giuseppe Cubelli, dalla terra irpina di Calitri, è arrivato nello Sri Lanka, a Unawatuna Galle. Una scelta di vita intrisa di amore per il prossimo e spiritualità, che nasce da un’amicizia ritrovata e dal progetto di un’associazione. «La mia fede consiste nel confidare nel Divino e ringraziarlo ogni giorno di questa opportunità che mi rende mezzo per il prossimo. Di papa Francesco mi affascina la semplicità del linguaggio e questo voler trasmettere continuamente alla gente, appunto tramite un linguaggio semplice, un messaggio in grado di curare le ferite e i cuori di un’umanità affranta. Donare al prossimo non è poi così difficile», spiega Giuseppe, che è arrivato nello Sri Lanka grazie a Stefano Benedetti e all’associazione Home X People X Home.

Giuseppe racconta a Mondo e Missione i sentimenti e la spiritualità che animano l’organizzazione con cui è partito alla volta di una straordinaria avventura. «Home X People X Home è un’associazione laica composta esclusivamente da volontari accomunati dalla gioia di donare a prescindere dal credo religioso delle persone bisognose di aiuto e assistenza. Qui nello Sri Lanka, nelle scuole come nei centri di assistenza, convivono vari pensieri religiosi: il cattolicesimo, il buddismo, l’Islam e l’induismo tamil. Questo melting pot religioso è vissuto come una bellissima forma di comunione di intenti e di lavoro, di condivisione e aggregazione. La comunione e l’accoglienza sono qui vissuti nei confronti di ogni persona, pure se esprime la sua spiritualità in modo diverso. Anche se operiamo in un contesto multireligioso e multiculturale, possiamo riscoprire la nostra umanità comune nell’attenzione alla dignità dell’individuo e nel suo riscatto sociale attraverso il lavoro».

Gioia e solidarietà come motivo conduttore della promozione dei diritti dei più deboli. Da qui, Giuseppe continua il suo racconto di viaggio: tante parole di serenità che messe insieme regalano una fotografia del progetto dello Smile Center di Unawatuna insieme a Home X People X Home di Stefano Benedetti. “Le motivazioni che mi hanno spinto ad iniziare questo viaggio sono diverse. la scintilla è stato l’incontro con Stefano Benedetti, una figura di riferimento della mia infanzia, legata ai ricordi più spensierati dell’estate trascorsa a Viareggio con la mia famiglia. Stefano all’epoca lavorava come assistente bagnanti in Versilia e i miei pensieri di bambino erano incuriositi dai racconti dei  luoghi lontani di cui parlava Stefano; nel mio piccolo essere percepivo tutta  l’ammirazione per la scelta di voler aiutare il prossimo concretamente. Crescendo e ritrovando Stefano, mi sono ripromesso di visitare lo Sri Lanka e di dargli una mano nell’organizzare una rete di aiuto e solidarietà. Ciò che anima l’associazione è promuovere e salvaguardare i diritti dei più deboli in ambito sanitario, educativo e formativo. Mi ha entusiasmato l’idea di fare qualcosa di concreto per dare alle persone e soprattutto ai ragazzi di questo posto la possibilità di essere protagonisti del proprio destino, attivando una serie di strumenti per il loro accesso nel mondo del lavoro. Durante la mia permanenza a Unawatuna ho potuto incontrare e confrontarmi con i coordinamenti dei due Centri Polivalenti gestiti dall’associazione Home X People X Home. In particolare mi hanno colpito le molte cose che necessitano allo Smile Center di Unawatuna dedicato ai ragazzi disabili. Da qui è partita una sfida: ristrutturare un’ala del centro e creare nuove aule e nuovi spazi per laboratori per sfruttare al massimo la struttura. In questo modo sarà possibile liberare nuove energie e risorse che andranno a migliorare l’offerta didattica e formativa. Qui ci sono tanti ragazzi autistici che attendono tale trasformazione per poter svolgere programmazioni specifiche per la loro condizione. Mi piace pensare a questa iniziativa come ad un progetto di speranza. Io sono tornato qui ancora una volta perché vorrei mettermi in gioco. Vorrei, in quanto musicista, attraverso l’arte della musica, creare un ponte di solidarietà tra l’Italia e l’Irpinia in particolare, che è la mia terra, e lo Sri Lanka. Vorrei coinvolgere istituzioni e associazioni proponendo l’implementazione di questo progetto, con la speranza che ognuno possa portare il proprio secchio d’acqua».