Missione in Oriente: quale cristianesimo?

Missione in Oriente: quale cristianesimo?

Il cattolicesimo che è stato portato in India e nell’estremo oriente nel sedicesimo secolo era il cattolicesimo della controriforma. Da qui bisogna ripartire per comprendere la ragione del fallimento della Chiesa a mettere radici in Oriente.

Quando ci chiediamo la ragione del fallimento, per così dire, della Chiesa a mettere radici in Oriente ed a penetrarne la cultura, siamo portati ad incolparne l’associazione della Chiesa lungo i secoli alle potenze coloniali europee. Non c’è dubbio che questo è stato un ostacolo immenso alla diffusione del Vangelo ed ha finito per far apparire la Chiesa come un’istituzione straniera agli occhi dei popoli orientali. Ma io penso che ci sia una ragione ancora più profonda per questo fallimento, benché sia molto difficile per gli occidentali rendersene conto. Questa consiste nelle caratteristiche estremamente occidentali del Cattolicesimo Latino anche nella sua forma migliore.

Il cattolicesimo che è stato portato in India e nell’estremo oriente nel sedicesimo secolo era il cattolicesimo della controriforma. Ora senza dubbio la controriforma è stata un’opera formidabile nel suo tempo. Ha salvato la Chiesa in Europa, ma si è trattato di un adattamento della fede per far fronte ad una particolare situazione europea ed ha significato forse l’estremo sviluppo della Chiesa in una direzione occidentale. Il suo completo modo di pensare e di agire come è incorporato nel suo sistema teologico e nel diritto canonico era qualcosa di completamente alieno alla mentalità orientale C’era anche un’abitudine di considerare la vita cristiana in termini militareschi e la stessa Chiesa come una organizzazione militante. Il lavoro missionario era considerato come una conquista simile a quella delle potenze coloniali, ancora si sente parlare di “conquista missionaria del mondo”. Tutto questo tende inevitabilmente ad identificare la Chiesa, nella mente degli orientali, con le potenze e le istituzioni occidentali e fa apparire l’azione missionaria come una forma di “aggressione spirituale”.

In questa prospettiva molto poca considerazione veniva data al temperamento, al carattere o alla religione del popolo a cui si voleva predicare il Vangelo. La fede era considerata come un sistema rigido di dottrine e di disciplina da imporre indiscriminatamente a tutti. La religione degli indù, dei buddisti, dei mussulmani, dei confuciani era semplicemente un ostacolo da distruggere. Sarebbe stolto pretendere che questa mentalità sia ora scomparsa.