Cina: il baby boom non basta

Cina: il baby boom non basta

La fine della politica del figlio unico sta dando i suoi frutti: nel 2016 sono nati oltre 18 milioni di bambini. Ma non basta, in un Paese che sta invecchiando.

 

Il 2016 è stato l’anno della grande svolta nel trend demografico della Cina. Sono nati quasi 18 milioni e mezzo di bambini, con un aumento del 11,5% rispetto al 2015. Era dal 2000 che non si verificava un numero così alto di nascite. Tutto merito della fine della politica del figlio unico. Dal 1 gennaio 2016, le coppie hanno finalmente l’autorizzazione di mettere al mondo, se lo desiderano, fino a due bambini. Secondo i responsabili della Commissione per la Salute Nazionale e la Pianificazione Familiare, più del 45% dei nuovi nati sono secondi figli, a riprova del successo di questa scelta.

La politica del figlio unico, inaugurata negli anni Ottanta per fronteggiare la crescita eccessiva della popolazione, si è rivelata alla lunga un’arma a doppio taglio. Negli ultimi decenni, i piccoli cinesi sono stati trattati come principi e principessine, con stuoli di zii, nonni e parenti, oltre ai loro genitori, ai loro piedi. Il rovescio della medaglia, però, questa generazione lo sta già sperimentando: con l’allungamento della vita media, ogni giovane cinese si ritrova a doversi prendere cura da solo dei genitori e dei nonni. Un dovere a cui non è possibile sottrarsi, non solo per la cultura confuciana che permea la società, ma anche per legge. Una norma del 2013 impone infatti di visitare i genitori oltre i 60 anni e di sostenerli economicamente, se necessario. Ripartirsi fra fratelli i doveri filiali rende l’accudimento meno problematico.

La popolazione cinese, in effetti, sta invecchiando rapidamente. Con oltre 230 milioni di over 60 a fine 2016, la forza lavoro tra i 16 ai 59 anni sta costantemente scendendo da cinque anni a questa parte. Attualmente le persone in età di lavoro sono circa 907 milioni e mezzo. Il numero dei pensionati cinesi è già superiore alla somma della popolazione di Italia, Francia e Germania, e continuerà ad aumentare.

C’è anche un altro fronte aperto, che la politica dei due figli potrebbe migliorare. La Cina patisce da un trentennio a questa parte uno squilibrio demografico fra uomini e donne, provocato dalla preferenza – soprattutto nelle aree rurali – per i maschi, che ha portato le famiglie ad aborti selettivi e infanticidi. Il governo ha tentato di mettere freno a questa piaga, autorizzando già da qualche anno la possibilità di avere due figli nelle campagne.

Resta il fatto che nelle grandi città i contadini inurbati affrontano un cambiamento culturale, che li porta naturalmente a volere un unico figlio. Il costo della vita è alto e le coppie puntano su un figlio solo per offrirgli maggiori opportunità educative e benessere. Alla stessa scelta giungono spesso anche giovani coppie di laureati, i cui stipendi non consentono di crescere due bambini con agio.

Un tema interessante, che riguarda le giovani donne metropolitane con un livello alto di studi, è la conciliazione fra carriera e vita privata. Molte ragazze cinesi, assorbite da un lavoro gratificante, sentono intorno ai 35 anni un desiderio di maternità, ma sono ancora single. La società cinese vive ancora le madri sole come un tabù. È vietato per legge fare un figlio senza marito: chi trasgredisce, paga una penale salatissima. Xiao Min, 36 anni, donna manager a Shanghai, ha raccontato in un’intervista all’Economist di aver combinato un matrimonio fasullo con un amico, che le ha fatto anche da donatore di sperma, per non essere punita. Desiderava tanto un figlio, ma non aveva incontrato l’anima gemella. E in Cina, per la cronaca, la società spinge le donne ad accasarsi entro i 30 anni, dopo è già troppo tardi.

La politica del figlio unico imposto dal partito lascia un altro grave strascico sulla pelle delle donne. Negli anni in cui questa imposizione è stata in vigore, lo Stato ha offerto la spirale intrauterina come contraccettivo gratuito a chiunque volesse averla. Adesso è possibile farla rimuovere, ma a pagamento: sono esenti solo le donne in età per avere un secondo figlio e chi ha gravi problemi di salute. Molte delle spirali installate erano difettose, e per toglierle serve ora intervento chirurgico. Sun Xiaoming, demografo di Nanchino interpellato dal Global Times, ha dichiarato che in molte zone rurali, il 25% delle donne continua ad avere la spirale anche se è in menopausa da oltre sei mesi, con conseguenti rischi di salute. Forse non lo sanno che va rimossa. O chissà, forse se la tengono perché le cure mediche costano.