Disabili nuova vita in fattoria

Disabili nuova vita in fattoria

Padre Franco Bellati del Pime vive vicino a Canton, in Cina, in una casa di campagna che accoglie giovani con disabilità mentale. Un’esperienza innovativa che attira volontari anche dall’estero

 

Il sogno di tutti in Cina è ormai quello di abitare e lavorare in città. Convincere una dozzina di giovani disabili mentali a vivere in una fattoria 40 km a nord di Canton quindi non è stato facile: niente macchine e luci, posti di divertimento e connessione internet. «Fra vent’anni però ci cercheranno tutti – dice padre Franco Bellati del Pime -, perché poi la gente del caos si stufa e rivuole la calma della campagna». Padre Franco, 43 anni, ha lasciato lui stesso la vita frenetica delle metropoli – prima di Pechino e poi di Hong Kong e Canton – per dare un’anima a questo luogo. Rimasto incolto per alcuni anni, nel 2006 è stato acquistato dall’organizzazione non profit Huiling, che già accoglie disabili mentali in più di cento strutture in 25 città della Cina. La nuova casa in campagna ospita ragazzi difficili da gestire in ambiente urbano e che avevano bisogno di maggiore libertà. «Quando sono arrivato qui nel 2013 – continua padre Franco -, c’erano due gruppi: quello dei lavoratori e quello dei semplici residenti. Ora tutti i ragazzi, tranne un paio di casi, si dedicano a qualche attività».

La commercializzazione dei prodotti tuttavia non è facile. Per questo motivo, dall’agricoltura, la Huiling Farm si sta muovendo gradualmente verso l’agriturismo e i servizi di accoglienza: «Abbiamo scuole e gruppi sia da Canton che da Hong Kong, che vengono a passare una giornata qui. Fanno visita ai ragazzi e fanno amicizia con loro. A volte fanno anche qualche ora di volontariato prima di tornare a casa o diventano benefattori. Sono cose nuove in ambiente cinese». Il fatto che ci sia un prete, dice padre Franco, invoglia gruppi di giovani cristiani a venire qui. Huiling Farm ormai è conosciuta.

Attraverso il Pime, i volontari arrivano anche dall’Italia. Nulla però sfugge al più anziano di loro, Pier Casaletto, 58 anni, che si divide tra l’attività di volontariato qui e gli impegni di lavoro a Torino: «Ho conosciuto Huiling tramite padre Mario Marazzi del Pime. Un giorno, in un ufficio passaporti a Canton, ho visto un signore seduto immobile, che muoveva appena le labbra. Era padre Mario, che in silenzio recitava il Rosario. Da allora mi sono impegnato in quest’attività con i ragazzi disabili e non me ne sono più distaccato». Padre Marazzi ha vissuto dieci anni con i ragazzi disabili di una casa famiglia a Canton, per poi ritirarsi a Hong Kong nel 2013 a 85 anni.

La fattoria si affida ora per il suo buon funzionamento e un certo rilancio alla giovane Wong Gayan (chiamata Kat), assunta da pochi mesi. La vedo devotissima alla Messa del mattino. Dice padre Franco: «Ha chiesto il battesimo sette anni fa. Anche lei conosceva padre Mario Marazzi. Ha accettato questo lavoro come una missione. Credo che guadagni la metà di quel che prendeva prima. È un’ottima leader e una manager».

Kat parla bene inglese e ha lavorato a Macao, dove è entrata nella Chiesa cattolica: «Grazie alle mie precedenti esperienze di lavoro – dice -, sono in contatto con tanta gente, che può aiutarci a commercializzare i prodotti della nostra fattoria. Non possiamo continuare a pareggiare il bilancio tramite sussidi. Dobbiamo farlo col nostro lavoro». Appassionata di moda e arte, racconta la sua prima esperienza con persone disabili: «Al momento il loro comportamento così spontaneo e poco disciplinato mi lasciava perplessa e un pochino a disagio. Poi ho imparato ad amarli e adesso sono la mia ragione di vita. Non voglio che rimangano parcheggiati per sempre qui alla fattoria. Questo deve essere solo un luogo di passaggio in seguito al quale imparare un lavoro, anche semplice, e poi inserirsi nella società».

I due ideogrammi che compongono il nome di Huiling significano “saggezza” e “anima” ed esprimono l’impegno di aiutare le persone disabili ad avere una mente che pensa e un cuore che ama. Per questo Huiling continua la sua lunga marcia allo scopo di elevare la qualità della vita dei disabili mentali in Cina, con scuola, lavoro, educazione al vivere sociale. Non solo in fattoria, ma anche con panetterie e laboratori di artigianato. La fondatrice Meng Weina fa preoccupare il principale collaboratore da vent’anni a questa parte della Huiling, padre Fernando Cagnin del Pime, quando azzarda che «in Xinjiang (la regione autonoma a nord-ovest della Cina abitata in maggioranza da musulmani, ndr) non ci siamo ancora, ma conosciamo dei gruppi che fanno il nostro lavoro». «Quando parla così – dice padre Fernando -, vuol dire che ha già in mente qualcosa».

Succede infatti, spiega, che la crisi economica, con il riflusso verso l’alto della ricchezza e del potere d’acquisto, tagli le gambe ai piccoli gruppi e alle piccole iniziative anche nel settore sociale; non ce la fanno più ad andare avanti: «Quindi si rivolgono a noi, e la signora Meng non dice di no a nessuno. Per questo dalla prima esperienza di Canton, ci siamo diffusi in 25 città, soprattutto negli ultimi anni».