Al via in Indonesia la “Gmg” asiatica, la prima in un Paese musulmano

Al via in Indonesia la “Gmg” asiatica, la prima in un Paese musulmano

Dal 30 luglio al 6 agosto si terrà a Yogyakarta, in Indonesia la Giornata asiatica dei giovani cattolici, per la prima volta ospitata da un Paese musulmano. Il vescovo Riana Prapdi e padre Gustavo Benítez del Pime, del comitato organizzatore spiegano il senso di questo evento.

È una specie di Giornata mondiale della gioventù asiatica. Non ha gli stessi numeri. Ma in Asia sta diventando un appuntamento sempre più seguito. Dal 30 luglio al 6 agosto si terrà a Yogyakarta, in Indonesia, l’Asian Youth Day, il raduno dei giovani cattolici provenienti dai diversi Paesi del continente asiatico. Al primo, in Thailandia nel 1999, c’erano 500 giovani. Quest’anno, dopo sette edizioni, (una ogni tre anni, sempre l’anno dopo rispetto alla Gmg) sono circa duemila i partecipanti, provenienti da 24 Paesi asiatici. Ma attraverso il sito Internet (asianyouthday.org) e i social network collegati alla Giornata tutti i giovani dell’Asia avranno la possibilità di partecipare, comunicare e porsi in relazione tra loro.

Dalla Cina al Pakistan, dalla Mongolia alle Filippine le differenze culturali e religiose in Asia sono enormi. Non a caso “Gioventù gioiosa dell’Asia! Vivere il Vangelo nell’Asia multiculturale”, è il titolo scelto per l’edizione 2017.  «Un tema perfettamente adeguato all’esperienza dell’Indonesia, Paese di grande varietà etnica e religiosa alla ricerca della convivenza e dell’armonia», dice a Mondo e Missione monsignor Pius Riana Prapdi, vescovo di Ketapang, nel Borneo indonesiano, presidente del Comitato organizzativo. È con lui che, sul numero di Luglio, approfondiamo il significato di questo evento per la Chiesa indonesiana e per l’Asia intera.

Per la prima volta l’Asian Youth Day fa tappa in un Paese dove l’islam è la confessione prevalente. In Indonesia – dove i cattolici sono una piccola minoranza, meno di 8 milioni su 260 milioni di abitanti –  il dialogo interreligioso ha una lunga storia, testimoniata dalla dottrina del Pancasila, i “cinque principi” posti fin dal 1945 al centro della Costituzione indonesiana e che hanno al cuore l’idea di un’unità più forte delle appartenenze confessionali. Ma anche qui la convivenza e il dialogo sono valori da proteggere e far crescere.

«I primi giorni i ragazzi saranno sparsi in 11 diocesi indonesiane, dove vivranno giornate di condivisione immersi nel contesto locale – spiega padre Gustavo Benítez del Pime (nella foto a destra), che fa parte del comitato organizzatore -. Poi tutti si raduneranno a Yogyakarta per i momenti di catechesi, liturgia, festa, durante i quali metteranno in comune le loro storie, ritrovando l’elemento unificante della fede in Cristo. In conclusione si terrà l’incontro dei responsabili della pastorale giovanile dei diversi Paesi partecipanti, un momento di formazione per riflettere sui programmi da proporre nei prossimi quattro anni».

«La nostra speranza è che al ritorno dall’evento i giovani possano diffondere la gioia del Vangelo nei loro ambienti abituali e influire positivamente su tutti gli altri – afferma monsignor Pius Riana Prapdi -. Ci auguriamo che i giovani, a modo proprio, continuino nell’impegno di costruire pace e unità nel mondo. Ma vorremmo anche che i giovani cattolici possano approfondire la propria fede in modo più gioioso e positivo, siano più coraggiosi nell’avviare buoni rapporti con gli altri e incrementare la propria volontà e capacità di dialogo con i giovani di tutte le religioni presenti in Asia».