Tagle: “Pace per i tribali a Mindanao”

Tagle: “Pace per i tribali a Mindanao”

Il cardinale arcivescovo di Manila in visita al presidio delle popolazioni indigene che protestano contro la militarizzazione dei loro villaggi nel conflitto con la guerriglia marxista dell’Npa. “Si creino zone di pace per queste comunità”

Li è andati a incontrare personalmente al presidio di protesta che hanno allestito a Liwasang Bonifacio a Manila. Ha portato cibo e acqua per i tribali che sono accampati lì da giorni. Ha ascoltato le loro proteste per l’esercito e le milizie paramilitari che entrano nei loro villaggi,,occupano le loro scuole, uccidono i loro leader. E ha lanciato un appello di pace per la guerra più nascosta di Mindanao: quella che non riguarda i musulmani ma le popolazioni originarie della grande isola del Sud delle Filippine.

Così a Manila il cardinale arcivescovo Luis Antonio Tagle – che è anche presidente di Caritas Internationalis – ha preso posizione oggi in favore delle popolazioni indigene di Mindanao. “Chiediamo tanto all’esercito quanto all’Ndf (il braccio politico della guerriglia ndr) di dichiarare come zone di pace le aree dove vivono i nostri fratelli e le nostre sorelle tribali”,  ha detto nel suo appello il cardinale Tagle.

“Facciamo in modo che regni la giustizia – ha detto ancora il porporato – e che le autorità perseguano i responsabili degli omicidi dei leader tribali”.

Il gesto del cardinale Tagle giunge in un momento particolarmente difficile per i lumad – le genti della terra,  come amano autodefinirsi le popolazioni tribali delle Filippine. Da settimane una controffensiva dell’esercito, spalleggiato da gruppi paramilitari,  ha preso di mira alcuni villaggi dell’area montuosa di Mindanao. I militari accusano i tribali di sostenere la guerriglia, ma i lumad a loro volta sostengono che sia solo un pretesto per mettere le mani sui territori dove loro vivono, ricchi di risorse.Tra i villaggi colpiti ce ne sono anche alcuni di quelli dove svolgeva il suo ministero padre Fausto Tentorio,  missionario del Pime ucciso il 17 ottobre 2011 proprio per il suo impegno in difesa dei tribali.