«Cardinale di un Centrafrica povero, in cerca di pace»

«Cardinale di un Centrafrica povero, in cerca di pace»

L’arcivescovo di Bangui Dieudonné Nzapalainga oggi diviene cardinale nel terzo concistoro di papa Francesco. Così racconta il significato di questa porpora per il suo Paese


La mia creazione a cardinale è una chiamata, un dono che il Signore, attraverso il Santo Padre, fa alla Chiesa del Centrafrica. Una Chiesa povera, abbandonata, che soffre per la guerra fratricida. E il Papa, come inviato di Dio, ha lasciato Roma per venire in Centrafrica.
Noi sappiamo dalla Bibbia che Dio che è ricco ha lasciato il Cielo per venire nella carne umana di Gesù Cristo e liberarci dalla povertà.
Ed ecco che anche il Papa è venuto da noi a toccare con mano questa povertà e ora prende uno dei suoi figli poveri per far parte del suo Collegio.
Dobbiamo rendere Grazie a Dio per la sua benevolenza e prendere la misura di questa grande responsabilità, che accolgo con grande umiltà, in quanto è Dio che ci dà la Grazia necessaria per farci carico di questa missione.
Al contempo, sappiamo che non è una questione di meriti, ma è una questione di Grazia: per il mio Paese, per il continente, per la Chiesa universale. Di questo devo farmi carico, perché il mio popolo, confrontato alla guerra e alle divisioni, possa ascoltare un messaggio di pace.
In Repubblica Centrafricana musulmani, protestanti e cattolici lavorano insieme per il ritorno della pace.
Ed è quello che faremo anche in questi giorni: l’imam, il pastore saranno qui a Roma, per dire che noi, leader religiosi, siamo uniti, gli uni agli altri, e vogliamo che i nostri fratelli, i nostri fedeli facciano propria questa fraternità al fine di poter sviluppare la Repubblica Centrafricana.