Venerabile Ramazzotti, il fondatore del Pime

Venerabile Ramazzotti, il fondatore del Pime

Il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle cause dei Santi, ha ottenuto l’autorizzazione di Papa Francesco a promulgare il decreto che riconosce l’eroicità delle virtù di mons. Angelo Ramazzotti, che nel 1850 aprì il Seminario per le missioni estere di Milano, che dal 1926 sarebbe poi diventato il Pime. Passo importante verso la beatificazione

 

Mons. Angelo Ramazzotti visse in maniera eroica le virtù cristiane e per questo gli può essere attribuito il titolo di venerabile. Ce n’è anche uno che riguarda in maniera diretta il Pime tra i nuovi decreti della Congregazione delle cause dei Santidi cui è stata data notizia il 15 dicembre. Mons. Ramazzotti (1800-1861), fondatore nel 1850 dell’allora Seminario lombardo per le missioni estere (che nel 1929 sarebbe poi diventato il Pime) compie quindi il primo passo importante verso la beatificazione.

Il titolo di venerabile sta a significare che lo studio della vita di Ramazzotti – condotto in un vero e proprio processo dai teologi e dai vescovi che compongono la Congregazione – ha fatto emergere un’eccezionalità nel modo in cui questo sacerdote e vescovo dell’Ottocento ha vissuto la propria fede nel contesto del proprio tempo. Per arrivare alla beatificazione – secondo la norma ordinaria della Chiesa – manca ancora però un secondo passo: il riconoscimento di un miracolo compiuto per intercessione di mons. Ramazzotti.

Le virtù eroiche di Ramazzotti sono un fatto importante per il mondo missionario italiano. Anche perché rivelano l’unità profonda tra l’ansia per la missione ad gentes e la vita della Chiesa nel nostro Paese. Nato a Milano il 3 agosto 1800, intraprese gli studi di giurisprudenza laureandosi all’Università di Pavia. Capisce presto, però, che la sua vocazione è il sacerdozio: ordinato prete nel 1829, entra tra gli Oblati missionari di Rho, congregazione che si dedica alla predicazione del Vangelo nelle missioni popolari. Fin dall’inizio anche un uomo dalla grande carità: attinge spesso al patrimonio della sua famiglia per venire in soccorso agli ultimi. Vive nella Milano degli austriaci e delle Cinque giornate; ma l’Ottocento è anche il grande secolo della missione «ad gentes», questione a cui non rimane affatto insensibile. Così quando Pio IX sollecita l’arcivescovo di Milano a far nascere anche in terra ambrosiana un seminario che mandi missionari nel mondo è Ramazzotti a dare corpo a quel progetto. E nel 1850 – con l’assenso di tutti i vescovi lombardi – nasce il Seminario lombardo per le missioni estere (che poi nel 1929 per volere di Pio XI prenderà il nome di Pontificio istituto Missioni Estere, dopo la fusione con il Pontificio Seminario dei Santi Apostoli Pietro e Paolo per le Missioni Estere, fondato a Roma nel 1871 da mons. Pietro Avanzini).

Il Seminario lombardo nel 1850 nasce a Saronno in una casa che mons. Ramazzotti aveva ricevuto in eredità, a dire quanto di personale quest’uomo mise in gioco in questa impresa. E nacque con un’idea fortissima dal punto di vista ecclesiale: non un nuovo ordine religioso, ma missionari mandati dalle proprie diocesi (la stessa idea che Pio XII farà propria nell’enciclica Fidei Donum). Ramazzotti saluterà personalmente nel 1852 il primo gruppo di missionari che partirà per la Melanesia (l’odierna Papua Nuova Guinea) in una missione che sfocerà nel martirio del beato Giovanni Battista Mazzucconi nel 1855. Lui però intanto era stato chiamato dal Papa a percorrere altre strade: uomo di pace nel difficile contesto dell’Italia risorgimentale era stato nel frattempo nominato vescovo di Pavia. E poi nel 1858 un ministero ancora più delicato: quello di patriarca di Venezia. Incarichi importanti che mons. Ramazzotti visse sempre con spirito missionario e una particolare predilezione per i poveri. A Venezia, ai suoi sacerdoti che avevano disertato un concorso per una parrocchia molto umile, scriveva: «il prete dovrebbe pretendere di essere mandato in quelle situazioni di povertà, non rifiutare di andarci! I preti debbono essere come soldati di prima linea: dove nessuno vuole andare, voi dovete essere quelli che chiedono di essere mandati».

Pochi giorni prima della morte – sopraggiunta il 24 settembre 1861 mentre si trovava a Crespano del Grappa – gli arrivò la comunicazione che sarebbe stato creato cardinale in un imminente concistoro. Lui rispose chiedendo di essere dispensato perché – avendo speso tutto il suo patrimonio per assistere le vittime di una carestia – non aveva i soldi per procurarsi l’abito da porporato.

Quando nel 1958 le sue spoglie furono traslate a Milano nella chiesa di San Francesco Saverio, la chiesa del Pime, l’allora cardinale Angelo Roncalli (il futuro Giovanni XXIII, a quell’epoca suo successore come patriarca di Venezia) aveva detto: «Nutro la profonda e schietta convinzione che davvero il titolo di santo gli convenga e di santo da altare». Con l’atto firmato dal Papa oggi quel desiderio comincia a diventare realtà.

 

Per approfondire la figura di Angelo Ramazzotti consigliamo questo libro:

Gerolamo Fazzini, «Angelo Ramazzotti. Attualità del fondatore del Pime», Pimedit 2014