La graphic novel dei cinesi a Milano

La graphic novel dei cinesi a Milano

La storia vera di una delle prime famiglie italo-cinesi nella Milano degli anni Trenta raccontata in una forma originalissima nel volume «Primavere e autunni». Una storia in cui c’entra anche il Pime… e che stasera alle ore 18 sarà presentata a Milano presso la Biblioteca del Centro missionario Pime

 

Anni Trenta, stazione Centrale di Milano. Un giovane da poco arrivato in città, dopo un lungo viaggio iniziato a Qingtian, nella provincia cinese dello Zhejiang, passando per Hong Kong, Amsterdam e Parigi, incontra una ragazza emigrata dalla campagna cremonese. Si conoscono, si sposano e formano una delle prime famiglie italo-cinesi. Così inizia “Primavere e autunni. Vita e imprese del signor Wu” (BeccoGiallo, 160 pagine a colori, 18 euro).

Questo racconto a fumetti è stato presentato a novembre alla biblioteca del Pime, che quest’anno ha ospitato diverse iniziative legate alla Cina. E proprio l’intreccio fra questi due mondi è l’essenza di questo libro.

Il protagonista, Wu Lishan, arrivato a Milano nel 1931, sette anni dopo sposa Giulia Bazzini. Dalla loro unione nascono tre figli. Proprio uno dei nipoti, Matteo Demonte, ha avuto l’idea di riscoprirsi e di riscoprire la storia di suo nonno. E, insieme alla moglie Ciaj Rocchi, ha creato una “biografia collettiva”, in cui la vita di Wu Lishan si connette alle esperienze dei primi cinesi giunti a Milano e alle contemporanee vicende storiche di Italia e Cina.

Matteo Demonte è l’unico nipote ad aver approfondito il complesso studio del cinese e si è appassionato al gongfu e alla calligrafia. Il desiderio di ripercorrere le proprie origini, mettendo a frutto le sue capacità artistiche e le sue conoscenze, lo ha portato a disegnare numerose tavole a fumetti. Questo flusso creativo è stato, per così dire, “organizzato” dalla moglie Ciaj, che ha anche svolto la ricerca storica necessaria per integrare le fonti familiari con altri testi. Tra questi, particolarmente prezioso è stato il volume “Cina a Milano”, una dettagliata ricostruzione storica dello sviluppo della presenza cinese a Milano. Questo rigore è rispecchiato dalle pagine del libro, nella raccolta di lettere e foto d’epoca, che hanno ispirato molte tavole, e nella scelta di usare i caratteri tradizionali cinesi in uso in quegli anni. Ma anche nel restituire gli elementi principali della storia socio-economica di Milano dagli anni Trenta agli anni Settanta, quando nasce Matteo e muore suo nonno.

Infatti “Primavere e autunni” non è solo il rimando all’inizio e alla fine della vicenda umana, ma anche il titolo di un classico della letteratura cinese, testo storico attribuito a Confucio, a richiamare l’obiettivo di andare oltre la singola biografia di Wu Lishan.

Da queste pagine emerge una storia di reciproca conoscenza, che parte dall’apprendimento del dialetto milanese da parte di Wu; questo strumento linguistico diventa fondamentale non solo per il suo primo lavoro di venditore ambulante di cravatte, ma anche per conoscere quella che diventerà sua moglie e preziosa collaboratrice per l’azienda tessile di famiglia che si svilupperà dopo la guerra.

I preparativi per il matrimonio portano il giovane cinese a conoscere padre Wang Wentao, responsabile della parrocchia della Santissima Trinità. Qui, già dagli anni Trenta operavano sacerdoti cinesi. E da qui è passato anche monsignor Giuseppe Tchang, uno dei primi vescovi cinesi consacrato a Roma nel 1936. Successivamente ospite del Pime a Milano, andò nella parrocchia della Santissima Trinità, dove invitò i suoi concittadini, cattolici e no, a sviluppare i legami tra Cina e Italia e a integrarsi nel modo migliore. Anche un padre del Pime, Antonio Lozza, fu scelto per collaborare con la parrocchia, mettendo a frutto la sua passata esperienza missionaria in Cina. Ancora oggi questa parrocchia continua a occuparsi di integrazione dei cinesi che arrivano a Milano.

Dai primi matrimoni misti (come quello di Giulia e di sua sorella) e dai successivi arrivi, nasce l’esperienza delle colonie per bambini italo-cinesi, col supporto di don Andrea Tsien, e dei corsi di cinese e di italiano, che tuttora creano nuove pagine di una storia di integrazione.

Questo libro è una rievocazione affettuosa e al tempo stesso realistica, in cui non mancano i momenti di difficoltà. L’Italia fascista ostacola i matrimoni misti, la seconda guerra mondiale crea nuove occasioni con l’economia di guerra, ma insieme porta bombardamenti a Milano e preoccupanti notizie dalla Cina. Il dopoguerra fa ripartire l’impresa di famiglia e le relazioni tra cinesi e italiani. Nel tempo libero ci si insegnano a vicenda le regole della scopa e del majhong, si chiacchiera nei cortili del burg di scigolatt (termine milanese per cipollai, ortolani), di cui faceva parte via Canonica, cuore dell’odierna “Chinatown”. Gli anni Settanta, sono “di piombo” per l’Italia e quelli della fine del maoismo in Cina. Sono anni difficili anche per il protagonista: la realtà cambia velocemente, i suoi metodi non reggono la concorrenza delle nuove imprese. È il suo autunno, però è al tempo stesso la primavera per gli italo-cinesi, che oggi mostrano concretamente un incontro tra esperienze e culture diverse. Ora, dopo l’edizione cartacea, dei due autori, hanno un nuovo sogno: quello di creare un film d’animazione sulla scia di Persepolis, dell’autrice iraniana Marjane Satrapi,che possa invitare un più vasto pubblico a riflettere sul tema dell’integrazione.

 

Venerdì 20 novembre ore 18 presso la Biblioteca Centro Missionario Pime (va Mosé Bianchi 94 – Milano)
presentazione della graphic novel
Primavere e autunni – Vita e imprese del signor Wu
di Ciaj Rocchi e Matteo Demonte (edizioni BeccoGiallo)