l museo diventa App

l museo diventa App

Il Museo Popoli e Culture si arricchisce di un nuovo strumento multimediale che permette di “vivere” le sue straordinarie collezioni

 

Il Museo Popoli e Culture del Pime di Milano si arricchisce di un’altra evoluzione. Dopo il riallestimento delle sale in occasione dei festeggiamenti del suo centenario (1910-2010), questa volta il cambiamento rientra nell’ambito della tecnologia e della multimedialità. È stata infatti realizzata un’applicazione che permetterà di compiere un’esperienza di visita unica.

I musei sono luoghi vivi (o almeno dovrebbero esserlo), si ripensano e si ridefiniscono in base alle esigenze, sempre nuove e sempre diverse, dei visitatori. Il ruolo educativo di un museo si declina attraverso una pluralità di proposte e di materiali con lo scopo di intercettare i bisogni, gli interessi e le modalità di apprendimento degli stessi. Il Museo Popoli e Culture si inserisce pienamente e attivamente in questo processo, e, grazie ad un finanziamento della Regione Lombardia, si è dotato di una App che intende andare proprio in questa direzione. Nel rispetto delle proprie peculiarità e finalità educative.

La App – che non è scaricabile su dispositivi personali, ma potrà essere utilizzata all’interno del museo – sarà accessibile al pubblico grazie ad alcuni tablet disponibili per i visitatori. Questo permetterà un contatto diverso e una nuova possibilità di relazione tra il visitatore e i beni esposti e, attraverso gli oggetti, tra i visitatori stessi. Questo per far sì che il Museo Popoli e Culture diventi sempre di più luogo di dialogo, scambio, confronto e dunque di crescita e arricchimento.

Le potenzialità offerte dall’applicazione sono, invece, in grado di cambiare il vocabolario della visita e di trasformare radicalmente il rapporto tra visitatore e oggetti, mettendo l’accento su azioni come sfogliare, ascoltare, suonare, approfondire o, in una parola, interagire. L’uso della tecnologia permette davvero di realizzare grandi cose.

Per come è stata pensata e realizzata, l’applicazione offre diverse opzioni. In primo luogo, è possibile ascoltare l’audio-narrazione che introduce ciascuna sezione del museo e racconta in modo semplice e curioso i contenuti di ciascuna vetrina.                                                                                                                                                                                                                                             Per alcuni degli oggetti, poi, grazie alla tecnologia della realtà aumentata, il visitatore può “incontrare” e conoscere virtualmente alcuni personaggi, che attraverso danze, racconti e suoni permetteranno di entrare in contatto in modo differente con i beni esposti. Gallerie fotografiche e video allargano ulteriormente gli orizzonti, per aprire una finestra sul contemporaneo e creare così un collegamento tra ciò che è esposto e la vita di oggi. Infine, un’animazione molto simpatica e un test intrigante offrono nuove occasioni di mettersi in gioco, completando l’ampia gamma di opportunità.

Grazie al supporto multimediale il visitatore può immergersi attivamente in un mondo di oggetti che acquistano vita, attraverso suoni, immagini, voci e persone. E così un libro antico non è più solo la pagina visibile attraverso la vetrina, ma diventa 20, 50, 100 pagine da sfogliare e leggere; il testo sacro buddhista, bellissimo ma un po’ muto e distante, diventa reale e vissuto, mentre si ascoltano le preghiere dei monaci recitate nel lontano Myanmar. Magari a qualcuno è capitato di domandarsi davanti a uno strumento musicale “Che suono avrà?” o “Chi lo usa e quando?”. Poter inquadrare con il tablet una bella kora africana e riuscire a suonarne virtualmente le corde restituisce una voce e un pezzo di vita a questo strumento; avere la possibilità di vedere immagini e video permette di “assaggiare” un po’ del contesto di provenienza e di capire più chiaramente il suo significato.

Anche un dipinto cinese dei primi del Novecento diventa l’occasione per un viaggio nel tempo e nello spazio, quando si possono far scorrere foto d’epoca della città che vi è rappresentata, con i suoi abitanti e i loro abiti tipici affaccendati in mille attività, le vie brulicanti, le pagode adorne e le barche ormeggiate al fiume. In pochi tocchi la Cina del 1900 è arrivata nel presente, o è possibile raggiungerla nel passato. Due viaggi egualmente affascinanti e sorprendenti.

Spesso ci sono anche oggetti piccoli o poco appariscenti, che però nascondono storie eccezionali, legate ai luoghi da cui provengono o alle figure di missionari, etnologi o archeologi che li hanno scoperti e conservati. Dare una voce e un volto a queste persone, raccontarne le vite, anche se solo virtualmente, apre un orizzonte molto più ampio che ci parla dell’uomo e della sua voglia di conoscere, incontrare e condividere.

Il tutto, in maniera molto semplice e intuitiva, grazie anche a un video tutorial che permetterà di vedere passo a passo come sfruttare al meglio questo nuovo strumento. Uno strumento che cerca di intercettare le diverse esigenze e interessi dei visitatori. E che sarà in continuo divenire: i contenuti caricati infatti verranno nel tempo ulteriormente aumentati e migliorati, allo scopo di rendere il percorso del Museo Popoli e Culture un’esperienza rilevante e di qualità.