«Siria, tra gli ultimi per dire basta a questa guerra»

«Siria, tra gli ultimi per dire basta a questa guerra»

La testimonianza di Hanan e Monique, suore del Buon Pastore: «Guardiamo alle sofferenze delle persone per trovare la forza di dire basta. L’Europa può fermare la guerra. E il primo passo è semplice: fermare la vendita delle armi»

 

Con le notizie terribili che in questi ultimi giorni continuano ad arrivare da Aleppo il conflitto in Siria è entrato in una nuova fase piena di dolore, di angosce e di incertezze. Aleppo resta una città divisa in due; con i miliziani di al Nusra che sparano da una parte e l’aviazione siriana che bombarda dall’altra. Divisi ma accomunati dal dolore innocente, come per gli ospedali colpiti da una parte come dall’altra della barricata.

Per questo motivo diventa ancora più importante ascoltare le voci di chi questa tragedia la sta vivendo dall’unica parte che abbia ormai un senso: quella delle persone più deboli e indifese, dovunque esse si trovino. Lo abbiamo fatto qualche settimana fa insieme a due religiose di origine araba, Hanan Youssef e Monique Tarabeh: le abbiamo incontrato a Roma nella casa generalizia delle Suore del Buon Pastore, una congregazione religiosa presente in oltre settanta Paesi e in prima linea nel sostegno alle vittime di questo lungo conflitto, sia tra i profughi in Libano sia all’interno della stessa Siria.

«Il volto umano dei conflitti è quello che rimane sempre in secondo piano – raccontano suor Hanan e suor Monique -, schiacciato dalle valutazioni politiche, quasi sempre di parte. Ma solo quando torniamo a mettere al centro la vita delle persone ci riscopriamo responsabili. E troviamo il coraggio per dire davvero: basta».

«Abbiamo bisogno che l’Europa agisca sul serio per fermare la guerra – continuano -. Può farlo. E il primo passo è molto semplice: fermare la vendita delle sue armi che alimentano questa guerra».

«Noi non preghiamo solo perché finisca la guerra; preghiamo anche perché il bene, che è presente pure dentro a questa grande sofferenza, possa avere la meglio e diffondersi. Chiediamo che siano i gesti di amicizia e solidarietà tra le persone a convertire i cuori».

Leggi qui il testo integrale della testimonianza di suor Hanan e suor Monique pubblicata sul numero di maggio 2016 di Mondo e Missione