Un festival per parlare di diritti umani

Un festival per parlare di diritti umani

Dal 3 all’8 maggio presso la Triennale di Milano si apre la prima edizione del Festival dei diritti umani. Una bella occasione per fare il punto con film e conferenze sulle ingiustizie subite da tanti uomini e donne nel mondo.

Il primo festival italiano dedicato ai diritti umani si aprirà martedì 3 maggio presso la Triennale di Milano. Un evento che nasce per parlare alla cittadinanza della violazione di diritti inalienabili in varie parti del mondo. La manifestazione – che durerà fino al prossimo 8 maggio – è stata pensata dall’associazione no profit Reset-Diritti umani, nata nel 2015 proprio per portare l’attenzione pubblica su questi temi, e realizzata in collaborazione con importanti organizzazioni non governative. Ad occuparsi della prima edizione del festival, in particolare, è un comitato d’onore formato da intellettuali e accademici di spicco nell’ambito internazionale dei diritti umani.

Il filo conduttore è «il non-diritto di essere donna», un tema che raggruppa una serie di violenze subite da quasi la metà del genere femminile nel mondo, dalle spose bambine alle mutilazioni genitali, dalle discriminazioni sul lavoro all’impedimento dell’istruzione. Un approfondimento speciale sarà dedicato poi alla Tunisia, proposta come nazione virtuosa che sta cercando di superare una crisi politico-istituzionale.

Tra le attività in programma ci sono incontri con gli studenti milanesi (che parteciperanno in modo attivo, anche preparando l’aperitivo d’inaugurazione con i prodotti di Libera…) e la proiezione di diversi film d’interesse umano tra cui «Lea» (Garofalo) presentato proprio da don Luigi Ciotti già questo martedì. Il 7 maggio, invece, verrà proiettata una rassegna di 22 documentari interculturali incentrati sulle donne, i migranti, gli omosessuali, i diversamente abili, sul diritto alla pace e a un lavoro giusto. Gli ospiti sono tanti e vari: dall’attivista tunisima Amira Yahayoui all’ex ministro degli esteri Emma Bonino, da Nadia Murad ragazza yaseeda scappata dall’Isis e ora portavoce dell’organizzazione internazionale Yazda alla giovane deputata tunisina Imen Ben Mohammed.

Infine, al festival del diritti umani farà tappa la mostra fotografica itinerante realizzata da Amnesty International con gli scatti realizzati da Leila Alaoui (rimasta uccisa negli attentati di gennaio a Ouagadougou) in Burkina Faso che documentano il dramma dei matrimoni forzati nel Paese.

Per tutti la possibilità di partecipare, anche da lontano, aderendo alla campagna di crowdfunding #ioalzolosguardo per finanziare un progetto di reportage sui temi discussi durante le giornate del festival.

«Il progresso nel cammino dei diritti umani – dicono gli organizzatori – ha bisogno non solo della nostra forte volontà di vedere rispettati i principi di uguaglianza e dignità di ogni singola persona, vicina e lontana, ma richiede anche la conoscenza delle storie, dei contesti diversi, delle culture in cui quei diritti devono e possono essere rispettati e affermati. È solo attraverso una migliore conoscenza che possiamo promuovere un sostegno efficace alle situazioni drammatiche che lo richiedono nel mondo contemporaneo».