Hong Kong e le promesse tradite di 25 anni fa

Xi Jinping nell’ex colonia britannica per dimostrare che la normalizzazione è diventata una priorità assoluta. Il 1° luglio 1997, Martin Lee e Margaret Ng dal balcone del Parlamento chiedevano libertà e democrazia, mentre oggi la Perla dell’Asia fa i conti con le conseguenze della Legge sulla sicurezza nazionale. E la città è sempre depressa e impaurita
 

Xi Jinping sospende il debito dell’Africa (dopo averlo alimentato)

Nel vertice Cina-Africa il governo di Pechino ha annunciato l’intenzione di cancellare i debiti in scadenza a fine anno concessi ai Paesi a basso reddito. Si tratta di una misura che si inserisce nel programma annunciato dal G20. Ma – come spiega l’economista Riccardo Moro – «Pechino, con i suoi prestiti facili per interessi politici, ha avute grosse responsabilità nel riacutizzarsi del problema. Che ora invece va affrontato in termini di sviluppo vero»
 

Hong Kong, i corsi e ricorsi sulla «sicurezza»

Anche dopo la Sars – nel 2003 – Pechino cercò invano di introdurre una «legge sulla sicurezza nazionale» che imbavaglierebbe la democrazia a Hong Kong. Oggi Xi Jinping sta cercando di svuotare di poteri il Parlamento locale, dove a settembre l’opposizione avrà la maggioranza. E Carrie Lam dice che collaborerà all’implementazione della legge
 

«La disperazione politica di Hong Kong»

Alla vigilia delle elezioni per il rinnovo dell’Assemblea legislativa della città – in programma domenica 4 – l’analisi di Lee Cheuk-yan, leader storico del movimento democratico. «Pechino ha fatto solo promesse. A questo punto la mia generazione si sente dire dai giovani che ha fallito e non sta assicurando a Hong Kong un futuro di prosperità e di libertà»
 
1 2