Comboniani a Pescopagano con italiani e migranti

Una nuova presenza missionaria in una piccola frazione della provincia di Caserta, in prima linea rispetto ai fenomeni migratori ma anche a tante forme di disagio sociale. Padre Moschetti: «Ai tanti poveri presenti in questa provincia vogliamo mostrare il volto di Gesù, amico, compagno e fratello che ci accompagna»
«Dopo 30 anni nella diocesi di Capua spostiamo le nostre attività in un’altra parrocchia e in un’altra diocesi. Significa tantissimo, per noi, ascoltare una popolazione di italiani e di migranti per poi camminare insieme». Padre Daniele Moschetti commenta con queste parole la nuova avventura che i missionari comboniani hanno iniziato il 29 giugno in Campania a Pescopagano, una frazione di circa 600 abitanti nel comune di Mondragone. Ad accogliere i missionari nella parrocchia di San Gaetano da Thiene, nella festa dei Santi Pietro e Paolo, è stato monsignor Giacomo Cirulli, vescovo di Teano-Calvi, Alife-Caiazzo e di Sessa Aurunca, che ha presieduto la celebrazione e dato il mandato pastorale ai missionari in una realtà socialmente complessa. Siamo in provincia di Caserta dove disagio sociale e la criminalità sono ancora nodi da sciogliere. Qui da decenni giungono numerosi immigrati in cerca di occupazione, in fuga dalla povertà e dalla violenza delle loro terre: in maggioranza arrivano dal cuore dell’Africa, ma non sono rari coloro che partono dall’Europa dell’Est.
La presenza di immigrati è uno stimolo forte per i missionari presenti da anni nella provincia casertana. «Viviamo un un momento storico importante: siamo chiamati a lavorare insieme per una comunità cristiana multiculturale. Seguendo l’insegnamento dell’enciclica Fratelli tutti: vogliamo camminare nel sogno di Dio di una fratellanza universale», ha sottolineato padre Daniele.
Vivranno in un litorale dove in passato numerose attività sociali e culturali, oltre che di spiritualità, sono state promosse dalla famiglia comboniana. Pescopagano è legata l’area di Destra Volturno, in cui i missionari hanno scelto di abitare, un contesto di vicinanza agli ultimi, italiani e migranti. «Sono tanti i poveri presenti in questa provincia; mostrare il volto di Gesù, amico, compagno e fratello che ci accompagna, in questo Anno Santo dedicato alla speranza, è la nostra missione, in dialogo con la comunità locale, come papa Francesco ci ha chiesto di fare», commenta il missionario.
Nella giornata dei santi Pietro e Paolo, il vescovo campano ha chiesto ai fedeli riuniti in preghiera di coniugare le diversità, di coltivare armonia e soprattutto la fraternità in un contesto dove esistono differenze etniche, religiose e culturali e non mancano diffidenza e intolleranza. «Siamo tutti uno, in Gesù Cristo», ha sottolineato Cirulli alla comunità riunita nella parrocchia di Pescopagano.
Padre Daniele Moschetti, Padre Filippo Ivardi e Padre Daniel Gbedenygna da giugno hanno iniziato a trasferirsi nella nuova diocesi per familiarizzare con la comunità e avviare progetti e campi estivi.
Per i missionari il contesto in cui pregheranno, ascolteranno sogni e problemi della gente e organizzeranno momenti di festa, non è nuovo. Da tempo i comboniani hanno preso a cuore il litorale domitio, crocevia di una immigrazione massiccia. La scelta di essere sostegno spirituale e conforto attraverso l’assistenza materiale ed educativa con progetti rivolti a bambini e donne in particolare, manifesta una missione che non ha confini e luoghi predeterminati. Dall’Africa, terra scelta nel 1867 dal loro fondatore Daniele Comboni, all’Italia, sua terra di nascita ed ora campo di missione, mete e confini si sono invertiti; ma quello che rimane immutato è il desiderio di camminare insieme e annunciare la Buona Notizia che Dio ci ama senza distinzione alcuna.
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