Un rapporto del Transnational Institute rivela che i principali beneficiari dei contratti per la sicurezza dei confini sono gli stessi produttori e venditori di armamenti ai paesi del Medio Oriente e del Nord Africa.
Un quotidiano filo-governativo di Ankara annuncia: al confine con la Siria l’esercito sta installando delle «smart tower» che spareranno automaticamente a chi si avvicina troppo al confine. Un dispositivo tecnologico di cui si parla da tempo nel mondo della Difesa, ma che ora starebbe per entrare davvero in funzione sul confine più caldo del mondo. Nonostante la presenza di migliaia di profughi
La testimonianza di Hanan e Monique, suore del Buon Pastore: «Guardiamo alle sofferenze delle persone per trovare la forza di dire basta. L’Europa può fermare la guerra. E il primo passo è semplice: fermare la vendita delle armi»
Nel mondo le spese militari ammontano a 1676 miliardi di dollari, il 2.3% del Prodotto interno lordo di tutto il mondo, e sono in aumento. Lo rivela il Report pubblicato oggi dal Peace Research Institute di Stoccolma (SIPRI).
Secondo i nuovi dati del Sipri l’industria bellica italiana nel quinquennio 2011-2015 ha esportato il 48% in più rispetto ai cinque anni precedenti. Restiamo l’ottavo esportatore mondiale con Emirati Arabi Uniti, India e Turchia come nostri maggiori clienti
Oggi, 14 dicembre, è il terzo anniversario dalla strage nella scuola elementare Sandy Hook a Newtown, nel Connecticut. Negli Stati Uniti hanno dimostrato le organizzazioni che chiedono di limitare l’accesso alle armi.
Nel cuore del Sahara si incrociano le rotte di tutti i traffici: droga, armi e migranti. E a gestirle sono sempre di più gruppi di terroristi islamici, che da questi “business” traggono le risorse per finanziare le loro operazioni di morte
Anche di fronte alle immagini di questi giorni comandano le armi, chi le produce, e non la diplomazia. E si perdono le vite, si perde la cultura, si perdono tante cose