Il prossimo 16 maggio, Papa Francesco concelebrerà con la comunità birmana che vive a Roma la Santa Messa della solennità dell’Ascensione nella basilica di San Pietro. Un gesto di vicinanza al Paese da tre mesi ormai scosso dalle proteste e dalla repressione dopo il colpo di stato dei militari
A due mesi dal Golpe dei militari sono già quasi 600 i morti causati dalla repressione e 3000 gli arresti. I social network sempre più centrali nella protesta, ma anche il regime ha la sua macchina di propaganda. Come non lasciar cadere il grido di libertà che giunge da questo Paese? Ne parliamo domani sera in streaming con Cecilia Brighi, segretario generale dell’Associazione Italia-Birmania, e Tin Ni Ni Htet, testimone birmana che vive in Italia
Il Paese asiatico sprofonda ogni giorno di più nella violenza. «Ma non possiamo rubare i sogni ai giovani», dice nell’intervista che apre il numero di aprile di «Mondo e Missione» il cardinale Bo, arcivescovo di Yangon. Che invita ad allargare lo sguardo per capire la vera posta in gioco: «Su dieci Stati dell’Asean, solo due possono essere definiti vere democrazie. Lo sviluppo economico è aumentato, ma ha avuto un costo enorme in termini di diritti umani e libertà»
Hanno ripreso vigore le manifestazioni che chiedono la riscrittura della Costituzione imposta dopo il golpe del 2014, l’uscita di scena dei militari dal governo e una revisione dell’istituzione monarchica che troppo spesso si è appoggiata sull’esercito. E quanto sta accadendo a Yangon incoraggia ulteriormente le proteste
Venerdì 12 marzo alle 20.30 webinar di preghiera e testimonianza con suor Ann Rosa Nu Tawng, simbolo della protesta, Ba Oo, diacono del Myanmar, padre Bernardo Cervellera e il cardinale Matteo Maria Zuppi
L’agenzia cattolica thailandese LicasNews ha raccolto la testimonianza della suora inginocchiata davanti ai poliziotti in Myanmar, la cui foto ha fatto il giro del mondo. Aveva aperto ai feriti degli scontri la clinica che gestisce per la Chiesa: “Probabilmente ho fatto la figura della stupida, ma ho provato pietà per le persone: così ho deciso di restare e di morire se è necessario”. Intanto la polizia e l’esercito continuano ad aprire il fuoco sulla folla decine i morti