Vann Nath (1946-2011) fu uno dei sette sopravvissuti della prigione S-21 di Phnom Penh, dove i Khmer Rossi trucidarono 17 mila persone. In un libro, da poco tradotto in italiano, la sua preziosa testimonianza contro gli orrori del genocidio cambogiano
Mentre continua a salire il bilancio delle vittime della frana causata dal super tifone Mangkhut, padre Edwin Gariguez della Caritas filippina punta il dito contro la miniera che operava nella zona: «Quando l’anno scorso è stata ordinata la chiusura ha subappaltato l’attività ai piccoli cercatori d’oro anziché risanare l’ambiente»
Con una base per l’addestramento dei militari locali – premessa a una presenza che si prospetta in futuro ben più significativa – Pechino guarda ai suoi interessi geopolitici. Ma nessuna ingerenza militare esterna ha mai avuto vita facile a Kabul
Nonostante i rimpatri sono ancora quasi un milione e mezzo i rifugiati ospitati in Pakistan. In gran parte afghani della diaspora creata dalle guerre susseguitesi a Kabul fin dai tempi dell’invasione sovietica
Rispetto al mondo circostante la nostra scuola in Cambogia si sta rivelando un microcosmo, una palestra dove tentare altre vie, in barba al partito unico. Il punto di forza è che anche noi siamo unici, non solo il partito!
Il 25 agosto 2017 si apriva la crisi al confine tra Myanmar e Bangladesh. Dodici mesi dopo la metà dell’intera popolazione rohingya vive tuttora in condizioni assai precarie la vita del profugo, con un sostegno internazionale che integra le scarse risorse e la buona volontà del governo di Dacca
Il racconto di un ex studente del Pime dalla regione in cui le alluvioni hanno sommerso intere città, lasciando senza casa un milione di persone: «A casa mia stiamo ospitando due famiglie indù e una famiglia musulmana, non abbiamo mai vissuto un’esperienza del genere. L’altra faccia del dolore è un’esperienza stupenda di armonia e di amore. E da qui prego anche per le vittime del Ponte Morandi»
Il superiore regionale del Pime padre Vijay Kumar Rayarala sulla peggiore alluvione degli ultimi 100 anni nella parte meridionale del Paese: «Abbiamo visto i militari realizzare persino ponti umani per mettere in salvo donne e bambini»