Misure drastiche, coprifuoco, divieto di qualsiasi manifestazione. In Algeria, il coronavirus fa davvero molta paura. E anche la comunità Pime di Algeri, particolarmente attiva sul fronte dei giovani, si attrezza per “inventarsi” nuove forme di vicinanza. Anche con l’Italia. Il racconto di padre Piero Masolo da Algeri
Suor Rita Manzoni vive da dieci anni nella capitale algerina, dove è responsabile della Maison diocésaine: un luogo di accoglienza e incontro tra persone di provenienze, culture e religioni diverse
Inizia questo mese la nuova rubrica “Diario da Algeri”, che ci accompagnerà tutto l’anno. A tenerla sarà padre Piero Masolo, missionario del Pime in Algeria.
Nel Sud dell’Algeria la presenza cristiana è esigua. Così la Famiglia spirituale di Charles de Foucauld ha lanciato un appello a laici e religiosi che abbiano il desiderio di vivere nell’eremo dove il «fratello universale» visse alle porte del deserto
Le imponenti manifestazioni di piazza e la presa di posizione del capo di Stato maggiore hanno messo fuori gioco il presidente Bouteflika. Ma sul futuro del Paese restano ancora moltissime incognite.
Alla vigilia della beatificazione in programma sabato a Orano l’arcivescovo emerito di Algeri, Henri Teissier – che coi 19 martiri della Chiesa d’Algeria condivise la scelta di restare accanto alla propria gente nei difficili anni Novanta – parla a «Mondo e Missione» della loro eredità: «È importante riconoscere ancora oggi questa scelta di fedeltà che si ripete in posti come la Libia, la Siria o l’Iraq»