Non nascondo che nell’incontro con Sokcie come con tanti altri giovani cambogiani sento una sorta di chiamata a portare a compimento non solo la mia, ma anche la loro vita. Entrambe ancora incompiute, eppure «full of promise»
La liturgia del tempo pasquale, i tweet di Donald Trump e quanto accade qui in Cambogia, mi interpellano. A pensarci bene ha ragione il piccolo Rotha: siamo tutti malati di morte. Ma sta a noi decidere davanti a chi inchinarsi per guarire
Undici grandi impianti idroelettrici e 120 dighe minori in cantiere da qui al 2040. Ma come effetto collaterale si teme una drastica riduzione della produttività agricola e della sicurezza alimentare, oltre che un aumento dei livelli di povertà in un’area abitata da novanta milioni di persone
Credo sia bello poter guardare il mondo con lo sguardo del Risorto, poterlo riconoscere presente negli angoli più sperduti del globo e alla fine della lettura poter dire: vale sempre la pena annunciare il Vangelo
A Kampot, nel Sud della Cambogia, è stata da poco inaugurata la nuova scuola materna costruita grazie ai fondi del 5×1000 pervenuti dalle dichiarazioni dei redditi alla Fondazione Pime
Mettere Gesù nella nostra memoria/tomba significa metterlo nelle nostre case o cose morte, nelle relazioni sepolte e rimaste incompiute, nei lavori rimasti in sospeso, nelle parole non dette o dette male. Metterlo nei nostri archivi digitali pieni d’amore e di pena, di verità e di menzogne, di intimità e di tradimenti