Cambogia: liberi di leggere

Cambogia: liberi di leggere

Per il biennio 2016-2018, il progetto “Leggere per leggersi” prevede il gemellaggio con la scuola di villaggio di Pray Chrean con l’obiettivo di allestire una biblioteca per oltre mille ragazzi

Un libro non è solo un libro, piuttosto un’esperienza, un incontro che può avere il potere di cambiarci». Padre Alberto Caccaro, missionario del Pime, lo scrive in “Cento specie di amori” (edizioni Lindau), un volume che raccoglie lettere e riflessioni dei suoi “primi” dieci anni in Cambogia, dal 2001 al 2011. Padre Alberto – di recente tornato in Cambogia dopo un periodo di servizio in Italia – ha dedicato gran parte dei suoi sforzi all’educazione dei giovani e all’istruzione: a Prey Veng, piccolo capoluogo di provincia a 100 chilometri a est della capitale Phnom Penh, ha creato un ostello per ospitare giovani studenti delle scuole superiori e ha costruito un liceo. A partire dalla sua esperienza, la Fondazione Pime Onlus ha lanciato per il biennio 2016-2018 il progetto “Leggere per leggersi”, che prevede l’allestimento di una biblioteca e di un laboratorio didattico in un’altra scuola – questa volta statale – a Pray Chrean, nella provincia di Prey Veng, dove studiano 1.021 ragazzi delle medie e superiori, di cui 505 ragazze. Il referente del progetto è un ex studente dell’ostello fondato da padre Alberto, di nome Sol Sagn.

«Credo moltissimo in questo progetto perché ho toccato con mano come i libri e la lettura possano aiutare i giovani ad aprire la mente e un più vasto mondo interiore – afferma padre Alberto -. Sol Sagn oggi è docente di fisica e ha scelto di mettere a frutto le proprie competenze a vantaggio della scuola pubblica portandovi uno “spirito” e un “metodo” che abbiamo sperimentato insieme in questi anni. Quando mi ha sottoposto il progetto non ho esitato ad accettare, perché so di poter contare sulla sua professionalità e onestà».

In Cambogia la sfida dell’istruzione è determinante. Il Paese sta faticosamente ricostruendo un sistema scolastico dopo l’azzeramento avvenuto durante il regime dei khmer rossi (1975-’78), che oltre ad aver decapitato la classe intellettuale del Paese avevano abolito tutte le scuole, impedendo ogni tipo di istruzione.

«Si tratta di ricostruire delle competenze, ma anche un approccio critico alla realtà, un pensiero sul mondo e sull’uomo – afferma padre Alberto -. Per questo la Chiesa cattolica, che è assolutamente minoritaria nel Paese, ha scelto di dare il proprio contributo avviando istituti, scuole, università che educhino alla critica e al pensiero».

«Nell’ostello che ho creato a Prey Veng la maggior parte dei ragazzi è di religione buddista – continua padre Alberto -. La mia intenzione non era fare proseliti ma innanzitutto aiutare questi giovani a ragionare in modo libero, ampliando i propri “paesaggi interiori” come dice un bellissimo testo di Etty Hillesum, non a caso scritto in Olanda durante la persecuzione nazista nei confronti degli ebrei. Come missionario sono poi convinto che chi cerca la Verità e conquista uno spazio di libertà interiore non può che incontrare Cristo».

La scuola di Pray Chrean, dove insegna Sol Sagn, sorge in un’area rurale particolarmente povera. Per raggiungerla è necessario percorrere gli ultimi dieci chilometri su una strada sterrata. L’attuale biblioteca della scuola dispone solo di una cinquantina di testi, e quelli scolastici usati per le lezioni sono del tutto insufficienti a fornire un’istruzione adeguata. L’obiettivo è arrivare a una biblioteca a disposizione dei ragazzi con duemila testi, in particolare titoli di materie scientifiche quali matematica, fisica e chimica.

«Negli ultimi decenni c’è stato un importante lavoro di traduzione di libri in cambogiano e adesso si trovano nel Paese un po’ più di testi rispetto al passato – spiega padre Alberto -. Io stesso quando ho creato l’ostello a Prey Veng ho acquistato biografie di persone significative, come Madre Teresa, Martin Luther King, i coniugi Curie, che erano stati tradotti in khmer. L’ho fatto nella convinzione che leggere le vite di altri avrebbe aiutato i ragazzi a leggere e a vivere la propria».

Da questa intuizione è nato il titolo “Leggere per leggersi” del progetto a favore degli studenti cambogiani. Saranno coinvolti anche studenti italiani attraverso gemellaggi nell’ambito del programma “Adottiamoci” del Pime, che punta a costruire occasioni di scambio fra giovani di Paesi diversi, veicolate dagli educatori del Pime in Italia e dai missionari in loco. In questo caso l’obiettivo comune, oltre all’aiuto concreto, è quello di educarsi reciprocamente alla bellezza e al valore della parola: «La nostra scuola superiore di Prey Veng è dedicata a Chuon Nath (1883-1969), illustre monaco buddista cambogiano – sottolinea padre Alberto -. A lui si deve la stesura dell’unico dizionario di lingua cambogiana mai esistito. Oltre a essere uno strumento unico, il dizionario di Nath è un simbolo: perché nessuna parola vada perduta in semplificazioni, della lingua e del pensiero, e venga assaporata in pienezza».

Foto di Luca Gasparro