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Per un’economia più umana

Il leader dei Cartoneros argentini: «Già da arcivescovo era vicino agli emarginati dal sistema e nel suo pontificato ha promosso i movimenti popolari»

Ho incontrato per la prima volta Francesco nel 2003, durante alcune Messe che teneva a Constitución, un quartiere di Buenos Aires abitato da gente umile e operaia, dove le disuguaglianze sono molto forti. Lì l’allora arcivescovo Bergoglio si rivolgeva a noi, emarginati dal sistema, perseguitati per il nostro lavoro in strada. Protestava contro lo sfruttamento dei lavoratori nei laboratori clandestini, contro i bambini senza casa, contro la tratta di esseri umani… Alzava la voce per gli esclusi. Abbiamo sentito che, per la prima volta, qualcuno di importante ci guardava e riconosceva le nostre vite. Lo ricordo sempre umile e semplice, mentre arrivava in autobus o in metropolitana. Così, anno dopo anno, il nostro legame si è forgiato.

Oggi piango perché ci ha lasciato una grande guida spirituale per tutta l’economia popolare e per tutti i lavoratori che lottano per gli altri. Le parole di Bergoglio ci hanno spinto. È stato l’unico a essere presente con i più vulnerabili e che non si è mai dimenticato di noi durante i suoi dodici anni di Pontificato. Quando divenne Papa c’erano re e presidenti, e Francesco venne a salutare per primi noi. Questo la dice lunga su chi era.

Ci ha dato delle lezioni su cosa pensare e cosa fare: continuare a lottare gli uni per gli altri. Noi non combattiamo per una sola organizzazione. No. Noi lottiamo per tutti coloro che vengono scartati dal sistema. Aiutare gli altri è molto importante nella vita. Quando si presta l’orecchio all’altro, anche se si tratta di qualcosa di piccolo, per l’altro è molto importante perché si sente ascoltato.

Nella Laudato si’ ci ha chiesto di prenderci cura della nostra casa comune, spiegando che non c’è futuro se non tuteliamo la natura, che non ci sarà giustizia se non la proteggiamo. Prendersi cura della Madre terra significa prendersi cura di noi stessi e di coloro che verranno. Noi cartoneros possiamo parlare con autorità di tutela dell’ambiente: ogni giorno vediamo la quantità di rifiuti sepolti nelle discariche e quanto pochi vengano differenziati. Stiamo distruggendo il pianeta.

Anche se non sarà qui fisicamente, Francesco continuerà a esserci spiritualmente. La spiritualità è molto importante nel nostro settore e lui ci ha lasciato una lotta che non dobbiamo abbandonare: non solo per il benessere sociale, ma per un’economia più umana, dove tutti abbiamo un posto e dove la Madre terra non venga maltrattata.

Ci ha lasciato esortazioni come: «Continuate a lottare per coloro che restano esclusi, per favore non fermatevi». E inoltre: «In questo momento dobbiamo unirci per salvare la biodiversità e salvare noi stessi e i nostri figli». Parole che rimarranno e ci aiuteranno a portare avanti il suo messaggio. Non smetteremo di impegnarci affinché la sua eredità continui a vivere e per le “3 t”: tierra, techo y trabajo, cioè terra, casa e lavoro. Oggi siamo addolorati per la sua scomparsa, ma anche abbastanza forti per continuare a onorarne l’eredità.

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