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Messico: il giornalismo che trasforma le vite

Due giornaliste, Verenice León Urieta e Miriam Apolinar, hanno creato uno spazio di comunicazione – Mexicanos en Off – in cui danno voce ai messicani che, dall’arte alla cultura, dalle tradizioni al lavoro comunitario, stanno costruendo una nuova realtà

Il valore dell’arte anche per chi non ha le mani per dipingere, la forza di ricominciare dopo un incidente, la bellezza di avere la pace interiore, una spiritualità che sembrava persa per le tragedie della vita o la scelta di difendere l’ambiente generando energia pulita. “Mexicanos en Off: il giornalismo che trasforma vite attraverso le storie” è una maniera di vivere con stimoli diversi il mondo della comunicazione.

Ci credono profondamente Verenice León Urieta e Miriam Apolinar, due giornaliste che hanno pensato a un progetto di racconto differente del loro Paese. «Questo spazio multimediale dà voce ai messicani che, dall’arte alla cultura, dalle tradizioni al lavoro comunitario, stanno costruendo una realtà nuova. Crediamo che ascoltare storie di vita possa essere utili», asseriscono le giornaliste che da Città del Messico partono alla scoperta di realtà poco conosciute agli stessi messicani. Il contesto non è facile. La narcocultura, la cultura della droga e della violenza che domina nel Paese, oscura e nasconde tante realtà.

«La nostra missione è di comunicare storie di valore, generare consapevolezza, provocare una vera trasformazione. Vogliamo che il giornalismo non solo riferisca, ma agisca», afferma Verenice León, una professionista con più di un decennio di esperienza nei media nazionali. La realtà in cui le due donne si muovono non è sicuramente delle più agevoli per le good news. Combattono contro un sistema che si muove su titoli e foto shoccanti. Edicole e chioschi appendono le prime pagine degli ultimi massacri nel Paese. Non è diverso per i notiziari, in cui le emittenti fanno a gara per dare i dettagli più scabrosi sugli attentati.

Ma il Messico non è solo questo. Le due giornaliste lo sanno bene. Per anni sono state a scoprire associazioni e persone attente al prossimo, anche sperdute nei villaggi o nei deserti di un Paese che accoglie migliaia di donne e uomini migranti in cerca di futuro da tutto il continente. Ecco perché hanno scelto di iniziare coraggiosamente un cammino per rendere maggiormente consapevole chi vede i loro programmi di inclusione sociale, attenzione alle aree rurali abbandonate, abbattimento di barriere culturali e architettoniche per accogliere tutti. So tratta di reportage in cui è la parola a prevalere, i silenzi brevi e le riflessioni che nascono ascoltando storie di vita. È un contrasto per una realtà che tende a sottolineare il male quando invece esistono tante azioni e pensieri positivi.

“Attraverso video-reportage e podcast, Mexicanos en Off cerca di rendere visibile l’impatto di artisti, organizzazioni civili e qualsiasi realtà sociale, dai contadini agli studenti che affrontano sfide strutturali ed offrono soluzioni e speranza”, spiega Miriam Apolinar. Come produttrice di contenuti e fotoreporter, ha focalizzato il suo lavoro sulla visibilità di temi come la dignità umana, la solidarietà, il lavoro comunitario e la promozione della vita e della famiglia. Il suo approccio umanistico e la padronanza degli strumenti digitali le hanno permesso di gettare dei ponti tra fede, azione sociale e comunicazione.

Verenice León Urieta, con più di dieci anni di esperienza nel settore dei media, ha iniziato la sua carriera presso Notimex, l’Agenzia di Notizie dello Stato messicano, dove è stata redattrice, reporter ed editrice. Ha coperto eventi importanti come la Fiera Internazionale del Libro di Guadalajara e il World Travel & Tourism Council in Texas, e lavora a progetti multimediali tradotti in russo per l’agenzia Sputnik.

Oltre a raccontare le loro storie, il progetto destina parte del ricavato delle riproduzioni a sostenere direttamente i protagonisti, un giornalismo doppiamente virtuoso poiché narrando storie, contribuisce concretamente alla realizzazione dei progetti in un Paese ricco di contrasti.

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