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Anno nuovo in Camerun


Mi trovo nel Carmelo di Yaoundé a vivere un piccolo corso di esercizi spirituali coi nostri alunni camerunesi, ivoiriani, guineani e ciadiani. Anni fa qui c’era foresta, ora il carmelo ha un giardino meraviglioso e dalla mia finestra contemplo un orto con melanzane, pomodori, insalata, ananas e piante di banane. Poco distante, seguo con lo sguardo il procedere lento di oche, anatre, tacchini e galline e una coppia di pavoni.

Dalla cappella odo i canti francesi dei carmelitani, camerunesi, italiani, centrafricani che oggi, festa dei santi Innocenti dicono: «Il bambino giudeo, il bambino prigioniero, nella notte soccombe, è morto sotto la stella d’oro. Ascoltate piangere Rachele, il giorno dopo Natale. Ricordatevi dei suoi figli, aggrediti nell’ombra».

È quanto sta accadendo nel Nord Ovest del Camerun, ma anche in Centrafrica poco lontana da qui. L’Africa mi prende e mi tocca profondamente.

Vado a pregare sulla tomba del camerunese frère Jean Thierry Ebogo del Bambino Gesù e della Passione, novizio carmelitano che fece la professione solenne nel suo letto di ospedale di Legnano (Milano), offrendo ripetutamente le sue sofferenze per la sua Provincia religiosa, per le vocazioni e per la santificazione dei sacerdoti. Nella sua foto che ho in mano è presentato come un dono di Dio per la Chiesa e il Carmelo d’Africa. Leggendo la sua vita, vedo un fiore di santità della foresta africana che ti guarisce il cuore quando vi constati le debolezze e lo rinfranca quando senti anche il profumo dei santi africani.

Vivo accostando tante realtà che mi sono raccontate nella fiducia che la mia età e la mia esperienza africana ispirino nel segreto della coscienza. Senti che l’Africa ha immense possibilità quando è rispettata e accompagnata.

Ora, anche il padre spirituale del seminario Pime è partito per l’Italia per unirsi al rettore, padre Fabio, e al vicerettore camerunese Patience, per un incontro di formatori. Resto solo coi seminaristi e attendo i diaconi italiani e il loro rettore don Giuliano Brugnotto di Treviso per accompagnarli nella loro visita nel Sud del Camerun. Mi sento ancora fiero di questi incarichi, aiutato dalla vostra preghiera fraterna.

A tutti gli amici, i miei auguri di un Anno Felice nel Signore.

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