Di chi è la terra?
Il saggio musulmano Al-Turtushi (m. 1126) scrisse: «Gesù figlio di Maria uscì un giorno assieme a un gruppo dei suoi compagni e quando il giorno fu alto passarono per un campo pronto per la raccolta: “Profeta di Dio, dissero, “siamo affamati”. Dio disse loro in ispirazione: “Permetti loro di mangiare”. Diede il permesso ed essi si sparpagliarono nel campo, raccogliendo e mangiando. In quel frangente giunse il padrone del campo dicendo: “È il mio campo e la mia terra che ho ereditato dai miei antenati! Con il permesso di chi voi mangiate?” Allora Gesù pregò Dio ed egli resuscitò tutti coloro che avevano posseduto quella terra, da Adamo sino a quel momento; ecco, presso ogni spiga, c’era una moltitudine di uomini e di donne che gridavano: “È il mio campo e la mia terra che ho ereditato dai miei antenati!” L’uomo ne fu terrorizzato; aveva saputo di Gesù ma ancora non l’aveva riconosciuto: “Le mie scuse” disse, “inviato di Dio, non ti avevo riconosciuto; il mio campo e la mia proprietà ti sono permessi”. Gesù allora pianse e disse: “Guai a te! Tutti costoro hanno ereditato questa terra e l’hanno lavorata, poi se ne sono andati; e tu anche te ne andrai, seguendoli. Guai a te, non hai né terra né proprietà!».
(Dal libro I detti Islamici di Gesù, a cura di Sabino Chiala)
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