Distruggere i monumenti è distruggere un popolo
Rolla Scolari, nella rivista Oasis (Anno XII- n.23), traduce e presenta quanto Christian Sahner scrive nel suo libro Among the ruins (Hurst & Company). Sahner è studioso di storia bizantina, araba e islamica a Princeton. Il libro è una avvincente e facile introduzione alla storia siriana: l’avvento dell’islam, i cristiani rimasti maggioranza per secoli, ascesa al potere della minoranza alawita, il consolidarsi dell’ideologia baathista, la guerra di oggi. Vi si sente la passione dell’autore per un passato contenuto nelle mura di decine di chiese, moschee, palazzi mausolei… molti dei quali oggi sono stati distrutti o dissacrati dalla furia del conflitto.
Sahner lamenta: «La perdita di questa eredità culturale è una tragedia non soltanto in termini assoluti. Significa anche depredare la Siria del suo legame con un passato poliedrico e variegato. In realtà, quando si distruggono i monumenti di un popolo e la loro testimonianza materiale, si distruggono i popoli stessi. Quanto è più difficile ricostruire un Paese quando i suoi simboli più importanti sono scomparsi per sempre?».
Giovanni Paolo II disse: «Sia i musulmani sia i cristiani hanno cari i loro luoghi di preghiera, come oasi in cui incontrano il Dio Misericordioso lungo il cammino della vita eterna, e i loro fratelli e le loro sorelle nel vincolo della religione».
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