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Ibla: missione-dialogo

Il 18 novembre 1926 i padri Robert Foca e Joseph Sallam (SMA/PB) fondano a Tunisi l’Istituto di Belle Lettere Arabe (Ibla), oggi divenuto un centro culturale rinomato con una biblioteca specializzata e una sua rivista. Questo centro esprime il desiderio della Chiesa tunisina di voler incontrare il mondo musulmano in modo qualificato, mentre fino a quel momento la Chiesa aveva vissuto una realtà coloniale senza volerne far parte integrante. Questi missionari hanno promosso una vera rivoluzione culturale, creando un centro di lingua araba, la lingua del popolo, la lingua dell’islam, in un ambiente storico segnato dalla cultura francese. L’Ibla, sin dagli inizi, si fa promotore della lingua araba classica e dialettale tunisina e di una biblioteca che tocca tutti gli ambiti della vita locale: religione musulmana, letteratura araba, cultura tunisina. Sarà padre André Demeerseman (SMA/PB) a prenderne la direzione il 16 febbraio 1932 e a dargli la forma che conosciamo oggi. Dal 1934 vi saranno dei “circoli” di conferenze e di dialogo, e l’Ibla diventa anche un luogo di aggregazione e di incontro qualitativo tra la Chiesa e la popolazione. Nel 1937 padre Demeerseman crea il centro culturale e la rivista che porta lo stesso nome. All’inizio essa era destinata alla formazione dei religiosi; in seguito si è indirizzata all’élite franco-tunisina. Oggi presenta ai suoi lettori una solida documentazione sulla vita intellettuale e religiosa della Tunisia e del mondo arabo-musulmano, in particolare quello maghrebino. Nel 1964, l’Ibla dà origine a Roma all’Istituto Pontificio di Studi Arabi e d’Islamologia (Pisai). Viene quindi trasferita a Roma la sezione della biblioteca che riguarda queste materie. La Chiesa, seguendo lo spirito del Vaticano II, inizia un’Università pontificia specializzata in studi arabo-islamici.  

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