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Icona decorativaIcona decorativa27 Febbraio 2019 Silvano Zoccarato

La Parola da annunciare è il Vangelo

I primi giorni del mio ritorno a Yaoundé, per reinserirmi nel mondo della missione, cercavo di interrogare, capire le situazioni, quali argomenti preferire nelle omelie per attualizzare il Vangelo oggi. Mi sembrava di dover “re-imparare” la missione.

Questa mattina tornando a casa dopo la Messa, un giovane che mi accompagnava mi spiegava bene alcune cose della stregoneria e alcune pratiche di magia. «Nella parabola del seminatore che hai spiegato questa mattina – ha aggiunto – ho capito come il seme della Parola è soffocato dalle spine, ed è la situazione di alcuni cristiani soffocati da preoccupazioni e desideri di grandezza». Sono rimasto sorpreso, vedendo come il Vangelo tocca la vita dell’africano e la attualizza.

Padre Federico Lombardi, presentando il libro “Francesco il Papa delle prime volte” di Gerolamo Fazzini e Stefano Femminis, dice che la più importante novità portata da Papa Francesco è dentro la sua fedeltà al Vangelo, la stessa fedeltà e novità che ogni popolo cristiano può vivere in ogni tempo. «Il suo centro si trova nel messaggio della misericordia. Le omelie “dialogiche” di Papa Francesco ci mettono direttamente a confronto con la parola viva di Gesù, cosicché il Vangelo  entra subito in rapporto con la vita concreta nostra e della gente comune. (…) Sembra svelarci un segreto: anche oggi, nel mondo globalizzato e tecnologico, l’evangelizzazione si fa col Vangelo!».

Allora il  mio  lavoro principale, incontrando la gente, è di vivere una relazione amichevole, una condivisione, un restare vicino. Mettere fiducia e speranza  è importante. Quando Gesù incontrava la gente, faceva sentire che l’amava. Anche a me, alla base di tutto, è chiesto non di fare un lavoro o di insegnare, ma di amare gli africani.

Ne ho già avuto la prova durante i miei primi anni di missione e in questi mesi, ritornando nei luoghi dove avevo trascorso tanto tempo, la gente mi ha fatto risentire la gioia del rapporto vissuto, meglio di quanto avevo fatto o detto. Era una passione, gioia di essere con gli africani. Spesso amo ricordare ciò che una vecchietta disse a un giovane della suora che la curava: «Sai, penso che Dio abbia il volto di questa suora che mi vuole bene».

La missione allora è mantenere vivo il volto di Gesù, la sua attenzione per tutti e dire il suo Vangelo con la vita (Charles de Foucauld). La stessa comunità, per essere cristiana, non deve solo essere unita nella preghiera, ma deve vivere umanità e fraternità. Quanto al ragionamento su qualche problema africano, le sue devianze e i suoi pericoli, esso potrebbe aiutare la riflessione, ma il vero discernimento sul positivo e negativo, lo potrà fare l’africano stesso col pensiero di Gesù. Quando l’africano farà esperienza di Gesù vivo, avremo l’Africa nuova.

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