La pietà popolare e missionaria a Sotto il Monte
La visita alla Casa natale di Papa Giovanni che volle affidata all’Istituto missionario del Pime è un pellegrinaggio, una delle tappe del pellegrinaggio della nostra vita verso il Cielo. Papa Giovanni ci accoglie. Ci unisce alla sua pace gioiosa e serena e parla al cuore con parole di bontà e di fede. Sembra di vedere e di sentire vicino il Papa. È sorprendente il clima bonario e popolare che si respira ed è sorprendente trovarsi in un ambiente aperto all’universalità della Chiesa e del Papato. Il pellegrinaggio diventa allora anche impegnativo per lasciarci prendere dall’universalità della nostra fede e della nostra preghiera e poi accettare di trasmettere attorno a noi la forza, la gioia e l’amore che vi si trova. Questa è la “grazia della missionarietà” che Papa Francesco descrive nel Documento di Aparecida e in Evangelii Gaudium. In questo vediamo l’unità di pensiero dei due Papi.
Papa Francesco dice: «Tanti cristiani esprimono la loro fede attraverso la pietà popolare, i vescovi la chiamano anche “spiritualità popolare” o “mistica popolare”. Si tratta di una vera spiritualità incarnata nella cultura dei semplici. È un modo legittimo di vivere la fede, un modo di sentirsi parte della Chiesa, e di essere missionari. Porta con sé la grazia della missionarietà, dell’uscire da sé stessi e dell’essere pellegrini. Il camminare insieme verso i santuari e il partecipare ad altre manifestazioni della pietà popolare, portando con sé anche i figli o invitando altre persone, è in sé stesso un atto di evangelizzazione. Nella pietà popolare, poiché è frutto del Vangelo inculturato, è sottesa una forza attivamente evangelizzatrice che non possiamo sottovalutare: sarebbe come disconoscere l’opera dello Spirito Santo. Piuttosto, siamo chiamati ad incoraggiarla e a rafforzarla per approfondire il processo di inculturazione che è una realtà mai terminata. Le espressioni della pietà popolare hanno molto da insegnarci e per chi è in grado di leggerle, sono un luogo teologico a cui dobbiamo prestare attenzione, particolarmente nel momento in cui pensiamo alla nuova evangelizzazione. Non coartiamo né pretendiamo di controllare questa forza missionaria!».
A Sotto il Monte, nell’incontro con altri pellegrini, sentiamo la gioia del ravvivarsi della fede. In realtà ci fa bene il contagio e il coraggio di vivere e di comunicare la nostra fede, di vederci a pregare insieme e di sentirci in cammino insieme. Abbiamo bisogno di Comunione e di Missione. La Chiesa allora vive e testimonia il volto della comunione dei cristiani uniti tra loro e con Dio nel pellegrinaggio verso il Regno.
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