La vitalità dell’Africa
Pasqua, aprile 2021. Ho confessato a lungo in alcune chiese di Yaoundé e celebrato le feste pasquali. Soprattutto ho avuto la gioia di condividere la preghiera e l’entusiasmo della fede coi cristiani della parrocchia di Nostra Signora di Lourdes dove don Mario Bortoletto, fidei donum di Treviso, padre Fabio Bianchi del Pime, e ora padre Sleevah, indiano, hanno messo tutte le loro forze e passione di missionari. La realtà più forte è il senso della comunità che cresce tutti i giorni: gente di varie etnie del Camerun e di paesi vicini che si sentono unite dall’unica fede in Gesù.
Senza descrivervi come gli africani esprimono i loro momenti festivi, liturgici, un po’ più calorosi che in Occidente, vi posso dire con gioia che ricordando i miei oltre 50 anni di Africa, Cristo è vivo e sta vivificando l’Africa. Nei mesi in seminario e nelle parrocchie di Yaounde mi son sentito ravvivare nella mia fede e nella mia realtà di missionario. Dopo la benedizione finale della messa di Pasqua, ho voluto toccare il battistero facendomi il segno della croce per rivivere in me la mia vita nuova col Risorto. I fedeli vedendomi, piccoli e grandi, continuarono dopo di me e ci sentivamo contenti: Gesù risorto e vivo in tutti noi. Il seme cristiano c’è e produrrà i suoi frutti.
Un giovane vuol parlarmi. Fra pochi giorni terminerà gli studi presentando la sua tesi. Vuol fare un cammino vocazionale perché la vita di alcuni nostri seminaristi lo attira. È attivo in parrocchia, appartiene a una etnia di grande solidarietà sociale. La sua famiglia cattolica praticante, sa già che sta pensando a dedicarsi a un impegno di donazione e lo sostiene.
So che è già seguito da un missionario incaricato delle vocazioni e non mi estendo a domande profonde, ma resto a dialogare sul campo familiare, quello che ritengo importante per la riuscita di una vocazione. Continuo a restare sorpreso nel vedere un giovane che si inoltra in un cammino così particolare e che potrebbe avere un avvenire sicuro, quello che tantissimi non hanno, perché in situazioni precarie. Negli incontri che tengo con ‘gruppi vocazionali’, accanto a giovani ancora a livello di liceo, ci sono anche alcuni universitari. Ora vanno accompagnati per la maturazione della loro chiamata, anche per un periodo prolungato.
Il seminario nuovo del Pime preparerà sacerdoti e laici missionari che partiranno in paesi di missione, Italia compresa. Paesi che potranno beneficiare della loro fede e vita di donazione. Car amici, sentitelo il vostro seminario africano.
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