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Padre Francesco Fantin

Nato il 30/05/1923 a Riese (TV). Iniziò la formazione nell’Istituto nel 1937. Fu ammesso al Giuramento nel 1949 e ordinato Presbitero nel 1950. Servì l’Istituto in Italia dal 1950 al 1956. Partì per il Brasile nel 1956 1956, rientrando in Italia per un servizio all’Istituto dal 1973 al 1979 e dal 1987 al 1993. Ritornato in Brasile in Mato Grosso, moriva il 12/04/2013 ed è sepolto nel cimitero di Ibiporã (Brasile). La famiglia Fantin ha origini contadine nel comune di Riese in Veneto, provincia di Treviso, che ha dato alla Chiesa il Papa San Pio X. Sebastiano Fantin, papà del missionario padre Francesco, nasce nel 1885 e muore nel 1981 a 96 anni! La sua famiglia era profondamente religiosa e anche sua moglie Virginia Comin (1890-1972), sposata nel 1911, viveva di fede. Questi genitori hanno lasciato ai 13 figli (quattro dei quali muoiono presto per l’epidemia della “febbre spagnola”) una preziosa eredità di fede e di vita cristiana: Narciso (1912), Ernesta (1913), Rina (1917), Emilio (1919), Francesco (1923), Gina (1925), Virginia (1928), Rita (1929) e Giuseppe (1932) . Due figli diventano sacerdoti, don Narciso salesiano, morto nel 1999 a 87 anni, e padre Francesco missionario del Pime morto il 12 aprile 2013 in Brasile a 90 anni. Franco si è sposato a Verona e ebbe due figlie, Rita salesiana, in California dal 1952 e Virginia delle Paoline di Don Alberione a Trento. Suor Virginia conserva una lunga lettera, scritta in bella calligrafia e stile semplice e preciso. Anche il fratello Giuseppe ha ricordi del missionario padre Francesco. Parroco dei pistoleros nel Far West brasiliano Padre Luigi Confalonieri ha conosciuto bene per lunghi anni in Brasile padre Francesco Fantin e così lo ricorda: “Era un ottimo sacerdote, con uno spirito missionario che lo portava al contatto diretto con la gente. La sua caratteristica era proprio questa, di parlare con tutti, farseli amici, creare dei contatti che poi riusciva a mantenere. Nelle zone rurali del Brasile dove padre Francesco ha lavorato, le parrocchie sono vastissime, con decine di piccole comunità e cappelle, oltre alla chiesa nel centro più importante. Francesco aveva un bel carattere, cordiale e amico di tutti, sapeva ascoltare e parlare, amava visitare le famiglie, all’inizio a cavallo e poi in moto. Si adattava ad ogni ambiente e situazione perché era cresciuto in una famiglia povera con tanti fratelli e sorelle ed era abituato al sacrificio. Ovunque ha lasciato un buon ricordo perché portava la pace. Soprattutto, pregava molto ed era convincente quando parlava e predicava e faceva catechesi. Era l’uomo giusto per le situazioni che richiedevano coraggio, fiducia in Dio e senso dell’autorità e della paternità. Negli ultimi quattro anni si era ritirato nella casa di riposo del Pime a Ibiporà nel Paranà, pregando e confessando quelli che venivano da lui anche per la direzione spirituale”.  

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