Preghiere per i ragazzini thailandesi intrappolati in una grotta
Mentre tutto il mondo segue col fiato sospeso l’evolversi della situazione dei 12 ragazzini rimasti intrappolati nelle grotte di Tham Luang, gli sforzi fisici dei soccorritori sono accompagnati da una nuova ondata di spiritualità.
«Diversi rappresentanti della minoranza tribale lisu – si legge sull’Agenzia AsiaNews – si sono recati presso l’entrata delle cavità sotterranee; hanno cantato e sacrificato polli e maiali in un’offerta al fiume e agli spiriti della foresta, implorando il ritorno sicuro dei ragazzi. “Stiamo chiedendo perdono per le cose che abbiamo fatto male, chiedendo loro (gli spiriti) di rilasciare i bambini”, ha dichiarato Anucha Poorirucha, 44 anni, capo villaggio della vicina provincia di Pai.
Più tardi, un eremita – conosciuto in tailandese come “reusee” – è stato visto in piedi immobile e silenzioso su una strada vicina, mentre i fedeli delle diverse religioni della nazione continuano a convergere presso le grotte. Riti d’offerta sono stati eseguiti nelle case, scuole e nei templi di tutto il Paese. Il Patriarca supremo, capo del clero buddista, ha invitato la Thailandia ad unirsi in preghiera per la salvezza della squadra. Cantando brani del Vangelo, diversi cristiani sono giunti a Tham Luang. Ai musulmani di tutta la nazione è stato chiesto di dedicare le preghiere del venerdì ai ragazzi dispersi».
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