Sentiamo una nostalgia tremenda di condividere
Nel quotidiano “L’eco di Bergamo” dell’ 8 giugno, leggiamo che il cardinale Angelo Scola a sindaci, amministratori e politici riuniti a Sotto il Monte davanti a Papa Giovanni, ha detto: «Il lavoro di ricezione del Concilio Vaticano II sarà ancora lungo».
Andrea Valesini, direttore del giornale, gli domanda : «Nelle encicliche del Papa, c’è anche un’idea di bene comune attualissimo. Che compito ha oggi la politica nella ricostruzione di un senso di comunità?». Il cardinale risponde : «Oggi assistiamo a una involuzione in questo campo. Per questo scopo rifarsi alla figura e all’insegnamento di Papa Giovanni è un’ottima garanzia».
Nella stessa pagina del giornale, don Gianni Gualini immagina che Papa Giovanni rivolga delle domande alla sua gente, per esempio: «Vivete in pace tra voi?». E don Gianni, a nome della gente risponde : «Sentiamo una nostalgia tremenda di avere qualcosa di grande da condividere e per cui darci da fare». Poi si rivolge al Papa e gli dice: «Siamo contenti del tuo ritorno. Esso ci aiuta a ritrovare… la strada del Vangelo di Gesù, di cui il tuo volto ne è il riflesso».
Il Concilio e Papa Giovanni ci aiutano a ritrovare la strada del Vangelo a condizione che lo vogliamo. La nostalgia ci deve portare a prendere sul serio i valori ricordati da Scola nelle encicliche del Papa intorno a quattro cardini : verità, giustizia, amore e libertà.
Nostalgia di condividere domanda di mantenere il cuore, la porta di casa, il volto aperti a tutti come ha fatto Papa Giovanni che salutando i cattolici Bulgari, ricordava la tradizione irlandese di mettere alla finestra delle case una candela accesa la notte di Natale, in ricordo di Giuseppe e Maria che cercavano un alloggio, e diceva: «Ovunque io sia, anche in capo al mondo, se un bulgaro passerà davanti alla mia casa troverà sempre alla finestra una candela accesa. Potrà battere alla mia porta… sia cattolico o ortodosso, troverà nella mia casa la più calda e la più affettuosa ospitalità».
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