Una Chiesa che coinvolge e si lascia coinvolgere
Cari amici, scusatemi se ripeto, riscrivo, talvolta dimentico quanto già vi ho scritto. È per coinvolgervi in un rapporto di fraternità con tutti. Nuova Evangelizzazione è coinvolgere nella stessa passione… Il primo a coinvolgere fu Gesù. I discepoli presero da lui la passione di vivere la vita come comunione.
Quando piccola sorella Jeanne è arrivata a Touggourt a celebrare i settant’anni della fondazione della fraternità nel dicembre 2009, Tahart è andato a riceverla all’aeroporto. Gioia inaspettata, la stessa amicizia, la stessa fedeltà. Alla preghiera del mattino Jeanne dice: «Preghiamo per quelli che hanno fondato con noi la fraternità». Gioia di essere insieme, tra persone di religione diversa. Gioia del Regno. Averla qui a Touggourt è rivivere i tempi degli inizi. Tahart è uno dei due fratelli che hanno accolto Magdeleine. Ha 88 anni. Li porta bene. Durante il pranzo mi dice: «L’amicizia che abbiamo condiviso è un’amicizia divina. È Dio che ha voluto tutto quello che abbiamo vissuto insieme”. Magdeleine chiedeva consiglio agli amici nomadi quando preparava i testi di fondazione della Congregazione. Li ascoltava e li trovava di una grande saggezza e profondità. Una fraternità fondata assieme a dei musulmani. Questa comunione del cuore dura da oltre settant’anni e lo ripetono: «Siamo cresciuti qui. Questa è casa nostra».
Una mamma algerina musulmana dopo l’uccisione dei sette monaci scrive: «Dopo la tragedia e il “sacrificio” vissuto da voi e da noi, dopo le lacrime e il messaggio di vita, di onore e di tolleranza trasmesso a voi e a noi dai nostri fratelli monaci, ho deciso di leggere il testamento di Christian, ad alta voce e con profonda commozione, ai miei figli perché ho sentito che era destinato a tutti e a tutte. Nostro compito è quello di continuare il cammino di pace, di amore di Dio e dell’uomo nelle sue differenze. Nostro compito è innaffiare i semi affidatici dai nostri fratelli monaci affinché i fiori crescano un po’ ovunque, belli nella loro varietà di colori e profumi».
È quello che dissero due algerini alla morte del vescovo Claverie, ucciso in Algeria assieme al suo autista: «Pierre Claverie mi ha spinto su questa strada. La mia visione dell’islam è diventata più critica, più antropologica. La mia fede si è sviluppata in favore della riconciliazione con l’altro». (Abderrahman)
«P. Claverie mi ha insegnato ad amare l’islam, mi ha insegnato a essere musulmana, amica dei cristiani d’Algeria. Ho imparato che l’amicizia è anzitutto fede in Dio, amore dell’altro, solidarietà umana» (Oum el Kheir).
Questo coinvolgere è reciproco. La comunione è trasmettersi stimoli, incoraggiamenti, esempi, valori. Quando vedo certe persone sacrificarsi per aiutare chi soffre, ho l’impressione di vedere un amore più grande del mio. E questo avviene in persone di qualsiasi cultura e religione.
Ho chiesto a qualche commerciante: «Perché sei cosi generoso non solo con me, ma anche con la tua gente, soprattutto con i poveri?». Mi ha risposto: «Quando faccio del bene, ricevo ancora di più… Io penso soprattutto alla persona, non solo ai soldi».
Anche Gesù ha coinvolto e si è lasciato coinvolgere. Ha coinvolto il buon “ladrone” che vedendo soffrire Gesù, ha preso le sue difese. E Gesù si è lasciato coinvolgere dalla sensibilità di sua madre quando gli ha chiesto di aiutare gli sposi a Cana. Poi anche da altre persone, fino a dire: «Non ho mai trovato una fede così grande».
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