Un’intesa intorno al discorso su Dio
In questi giorni il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana, ha incontrato i patriarchi cattolici in Libano e alcuni responsabili musulmani. Vicino al cardinale siede la ministra sciita Inaya Ezeddine. «Diciamo no alla violenza – afferma – e sì alla giustizia». Richiama la Quaresima il muftì sciita Hassan Abdallah per dire che «vivere nella fede è una ricchezza» e il «rispetto di ogni credente è fondamentale». Per questo, aggiunge, «respingiamo ogni forma di estremismo».
E il muftì vicino a Hezbollah, Nawef al-Mausawi, cita san Giovanni Crisostomo per evidenziare che le religioni «sono faro per i popoli». Poi richiama il Corano quando esorta «a essere vicini a chiunque crede». Mentre il muftì sunnita Medran al-Habbal caldeggia l’incontro «fra mezzaluna e croce, fra moschea e chiesa» perché si crei «un movimento mondiale per proteggere l’uomo dal degrado morale e spirituale». Fino a osservare: «Molti hanno voluto dividere cristiani e musulmani. Oggi servono capi religiosi che desiderino camminare sulla stessa strada».
È quanto «insegna il Libano, luce per l’Oriente e l’Occidente», ribadisce Bassetti. E precisa monsignor Ivan Santus, incaricato d’affari ad interim della nunziatura apostolica: «La comunione è possibile quando si trova un’intesa intorno al discorso su Dio. Ed è proprio il Signore che permette l’incontro».
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