Pur concorde con tutte le precauzioni contro il virus, allo stesso tempo mi chiedo chi saprà sapientemente dosare queste norme preventive perché quella distanza non diventi a lungo andare definitiva indifferenza o perché quella mascherina protettiva non diventi a sua volta definitiva condizione dell’essere
Seguo da lontano il dibattito in corso tra il governo italiano e la Conferenza Episcopale italiana. E avverto l’urgenza di un convergere attorno all’umano-che-è-comune, vero obiettivo e fine di ogni legge e di ogni mezzo
C’è grande nostalgia di una chiesa vera, di gesti veri, di un corpo vero. Di tutte quelle esperienza che non possono prescindere dal con-tatto tra di noi
Temo che la salute diventi un nuovo idolo. Legittimo. Senza salute non si va da nessuna parte. E nondimeno, temo che per la salute si perda la generosità e la spontaneità. Che si perda il coraggio di morire per qualcosa o per qualcuno
«Lavate i vostri morti» raccomanda la poesia. Da qui si riparte, in questi giorni di primavera. Perché chi sa impreziosire la morte, sa anche impreziosire la vita
Il Covid-19 ha abbassato il tiro e ha cominciato a colpire persone più giovani, poco più che bambini. ci sentiamo poveri e impotenti e la nostra preghiera si riduce allo stesso brusio, alla stessa questua. Di un senso. Di un miracolo che risponda a tanto dolore innocente
Alcuni medici raccontano quanta fatica facciano a dimettere quegli anziani sopravvissuti al virus. I parenti, i figli, a casa non li vogliono. Come se non condividessero più lo stesso sangue