Lo scriveva già Michel Foucault: «non esiste società più “assicurativa”, più preoccupata e interessata alla salute… di quella totalitaria». A Oriente come a Occidente
Anche in Cambogia la diagnosi prenatale si sta trasformando in un processo di selezione dei nascituri. Parlandone al corso di bioetica in seminario per aiutare i ragazzi a ricostruire un’atmosfera di Grazia, non ho insistito con la teologia ma sono passato alla letteratura italiana
In Cambogia, gli anni Ottanta sono stati senza preti. Così uomini, laici, maturi e credenti, hanno garantito continuità animando come “sacerdoti” la vita delle piccole comunità cristiane. Nel racconto della morte di uno di loro io missionario ho imparato ancora una volta che cosa voglia dire morire in Cristo
In Cambogia abbiamo registrato appena 125 casi di malati da Covid19, tutti guariti. Ma le scuole restano chiuse dal 16 marzo. E gli anziani dei villaggi oggi dicono: «Sembra come ai tempi di Pol Pot che ha chiuso subito tutte le scuole con un ordine dall’alto…»
Qui in Cambogia non si contano le donne che ricorrono alla «pillola del giorno dopo» per evitare una gravidanza, spesso con faciloneria, se giovani o giovanissime, ma altrettanto spesso con rimorsi di coscienza
«Padre vorrei ricevere il Battesimo, perché mi fa aspettare?». Temevo che le lezioni di catechismo, posticce per causa mia e per la distanza che ci separa non fossero ancora sufficienti, ma qui abbiamo a che fare con una sete del cuore che è sete di Dio
All’ospedale, mentre aspettavo che Sorya venisse visitato, pensavo tra me che la Chiesa, anzi il Vangelo, non deve abbandonare le corsie d’ospedale. Sono luoghi privilegiati. E però Sorya stava lì a dirmi che non deve nemmeno abbandonare la scuola e l’educazione. Perché si evangelizza solo se si ha una storia insieme