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Il futuro del passato

Presentata la prima piattaforma digitale che accoglie e rende fruibili filmati e video testimonianze storiche provenienti dagli archivi cattolici di tutto il mondo. E il 20 novembre anche il libro “Cinema e missione” con un capitolo dedicato ai alla produzione cinematografica del Pime in oltre 150 anni di attività dei missionari

Sono ormai entrate a far parte della memoria comune immagini come quelle del primo saluto di Papa Francesco dopo il Conclave del 2013, o quelle dei funerali di Giovanni Paolo II – tra gli eventi mediatici più seguiti della storia -, o ancora quelle del celebre “discorso della Luna” pronunciato a braccio da Giovanni XXIII la sera dell’11 ottobre 1962, davanti alla folla riunita in piazza San Pietro per la fiaccolata di apertura del Concilio ecumenico Vaticano II. E tuttavia, benché la loro importanza come testimonianze storiche sia facilmente riconoscibile, meno immediate sono invece le considerazioni connesse ad aspetti più tecnici (ma essenziali), come quelli legati, per esempio, alle modalità di conservazione.

Quella delle fonti audiovisive è infatti la componente del ricco e variegato ambito dei beni culturali cui è stata fino ad oggi dedicata minore attenzione, spesso proprio a causa della loro maggiore complessità rispetto a oggetti come libri, quadri e fotografie. Proprio per questo, già nel 2005 l’Unesco invitava gli istituti culturali, pubblici e privati, a provvedere alla salvaguardia di questo materiale, colpevolmente trascurato ma da considerarsi ormai a tutti gli effetti un complemento di pari dignità rispetto alla documentazione conservata sui supporti tradizionali.

Ed è appunto per rispondere all’urgenza verso il recupero, la preservazione e la valorizzazione di questo vastissimo ma assai fragile patrimonio che la Fondazione Mac (Memorie audiovisive del Cattolicesimo), nata nel 2023 su mandato di Papa Francesco, lo scorso 26 settembre a Roma ha presentato, durante l’evento “Cattolicesimo e audiovisivo: il futuro del passato”, la propria Digital Library.

Si tratta di una piattaforma digitale destinata ad accogliere e rendere liberamente fruibili on line filmati e testimonianze storiche provenienti dagli archivi cattolici sparsi in tutto il mondo (accessibile al sito digital-library.fondazionemac.it). Un progetto complesso e articolato, coordinato dal centro di ricerca Cast (Catholicism and Audiovisual Studies) dell’Università telematica internazionale Uninettuno, alla cui realizzazione hanno concorso, e già iniziato a condividere parte del loro prezioso materiale, anche l’Istituto Luce e Rai Teche (l’archivio storico della Radiotelevisione Italiana), per un totale di 8.000 elementi digitalizzati, tra cui oltre 4.000 elementi, 700 manifesti, 2.000 materiali a stampa e più di 700 tra audiovisivi e fotografie, destinati a crescere.

La piattaforma infatti non mira ad essere un semplice “deposito” ma, per usare le parole di monsignor Dario Edoardo Viganò (presidente del Mac e vicecancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze), «un ecosistema di memoria integrata» che consenta di superare l’attuale frammentarietà delle fonti, fornendo agli utenti un unico ed efficace strumento di ricerca in grado di creare interrelazioni tra il materiale audiovisivo e quello di natura fotografica, documentale e a stampa ad esso correlato. Tra le sezioni già disponibili sul sito, si va dal dossier su “I cattolici e il cinema in Italia tra gli anni ’40 e gli anni ’70”, alla raccolta, realizzata in collaborazione con Fondazione FS Italiane, del patrimonio audiovisivo su Santa Sede e trasporto ferroviario (in relazione ai pellegrinaggi novecenteschi), fino a “Giubilei mediatici”, una collezione frutto di una ricognizione delle fonti audiovisive relative ai Giubilei ordinari e straordinari del Novecento, conservate presso archivi, cineteche e repository digitali italiani ed esteri.

Ma la Digital Library rappresenta anche una risorsa altrettanto preziosa per tutti gli archivi di cui si compone lo sconfinato panorama della Chiesa cattolica, che potranno così disporre di un prezioso canale per la diffusione e la valorizzazione del proprio materiale e insieme di un mezzo privilegiato per attuare un approccio inclusivo rispetto al patrimonio, creando una vera e propria rete tra enti e realtà anche molto diversi tra loro, di cui non si faticano a intravvedere ricchezza e potenzialità non solo sotto il punto di vista strettamente culturale. Tra questi, anche l’Archivio generale Pime, presente all’inaugurazione dell’iniziativa, che ha cominciato a confrontarsi con i responsabili del progetto per valutare le modalità tecniche del riversamento e della conseguente messa in rete dell’originale materiale su pellicola realizzato dai missionari in oltre un secolo e mezzo di attività.

Un aspetto poco noto della storia dell’Istituto, ma che consente di trasmettere, anche più efficacemente rispetto alle fonti documentali, tutta la concretezza della realtà dei vari territori di missione. Ed appunto alla storia della produzione cinematografica del Pime (vedi MM dicembre 2024) è stata dedicata una ricerca pubblicata all’interno del volume Cinema e Missione. Fonti audiovisive e storia delle missioni cattoliche (edito da Il Mulino), prima uscita della collana inaugurata dalla stessa Fondazione Mac.

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