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La Misericordia ci faccia incontrare

Nella settimana santa, che ci unisce e ci fa accogliere i sentimenti di Gesù, sentiamo forte il sentimento della misericordia. In un recente Congresso sul dialogo ecumenico e interreligioso, tenuto dai Padri Palottini, è stato suggerito di mettere la Misericordia divina al centro non solo della riflessione teologica delle Chiese, ma al centro della pratica evangelica, come apertura verso la speranza di guarigione della ferita tra le Chiese. In realtà, ha detto il teologo ortodosso Michel Stavrou, nella liturgia della Chiesa ortodossa, il tema della Misericordia è molto presente. Così il rabbino Yeshaya Dalsace per il giudaismo. Azzedine Gaci, grande autorità musulmana e amico del cardinale Barbarin di Lione, ha attestato che la sua religione confessa e mette in pratica la glorificazione e la grandezza della Misericordia divina in tutti i settori della vita del credente musulmano. Anche nel buddhismo, secondo Woroniecki, la Misericordia ha il suo vissuto quotidiano. Per il padre Chochollski, la Misericordia divina ha un ruolo essenziale nelle relazioni inter-religiose e ha ricordato la vita e la morte dei monaci di Tibhirine come esempio di pratica della misericordia anche nelle situazioni estreme. Nel cuore del congresso, il cardinale Barbarin ha messo la persona di Cristo come «Immagine perfetta della Misericordia del Padre» e la Chiesa come «sacramento di misericordia dentro il mondo». Dal congresso, i partecipanti sono usciti con la volontà di trasmettere la Misericordia, lì dove vivono, e di cercare ciò che unisce e non ciò che divide. È una svolta importante per tutti i credenti. È passare il ponte che ci divide. È sentire il richiamo che viene dal sangue. È ritrovare l’immagine che Dio ha lasciato di lui in ciascuno di noi. Come Giacobbe, che volle incontrare ancora suo fratello Esaù. Si erano preparati come per uno scontro, Esaù arriva con 400 uomini, ma Giacobbe si inchina a terra sette volte. Esaù gli corre incontro, lo abbraccia, gli si getta al collo, lo bacia e tutt’e due piangono. Giacobbe gli dice: «Accetta i miei doni, vedendo la tua faccia è come se vedessi la faccia di Dio».

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