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Colori per la pace

Sarà in mostra al Centro Pime di Milano, e in concomitanza al Colosseo di Roma, una selezione di disegni dei bambini raccolti dall’Associazione Colors for Peace

«All’inizio è stato decisivo il rapporto con il Centro Pime di Milano, che fece disegnare i bambini di molte sue missioni. Realizzammo anche una delle nostre prime mostre nel Museo Popoli e Culture». Sono passati dieci anni da quell’inizio che il presidente di Colors for Peace Antonio Giannelli ricorda oggi con emozione e gratitudine. Perché da quei primi disegni, arrivati da 13 Paesi come la Guinea-Bissau e il Myanmar, il Brasile e la Papua Nuova Guinea, è nato una sorta di movimento mondiale che ha permesso all’associazione di Sant’Anna di Stazzema di raccoglierne oltre 200 mila provenienti da 150 Paesi. Disegni che, in questi anni, sono stati esposti in luoghi ed eventi importanti come l’Onu, il G7, le Olimpiadi e l’Expo di Milano, ma anche il Pantheon di Roma e Palazzo Vecchio di Firenze e nei mesi scorsi al Palazzo delle esposizioni della capitale, in una grande mostra dal titolo “Colori per la pace. L’universo dei bambini per un mondo migliore”.

Il prossimo appuntamento è domenica 21 settembre – Giornata internazionale della Pace – al Colosseo di Roma, dove Colors for Peace “invaderà” pacificamente il grande anfiteatro con circa cinquemila disegni. In contemporanea, una più modesta selezione verrà esposta al Centro Pime, in occasione del PimeDay-94° Congressino missionario, e rimarrà per tutto il mese di settembre.

È un po’ un ritorno a casa che celebra anche per il Pime una collaborazione che si è recentemente concretizzata in un’altra mostra nella comunità di Gaeta, presso il Santuario della Montagna Spaccata.

«Ricordo ancora uno dei primi disegni che ci sono arrivati attraverso il Pime – racconta Giannelli -. Era stato realizzato da un bambino di un villaggio al confine tra Camerun e Ciad, dove a quel tempo imperversava il gruppo terroristico nigeriano Boko Haram, che aveva commesso stragi, aggressioni e rapimenti anche nei Paesi limitrofi. Quel bambino aveva disegnato miliziani armati che aggredivano delle persone ed elicotteri che volteggiavano nel cielo, ma anche una persona accovacciata in una capanna che pregava con il rosario in mano».  Da questo disegno è nata l’idea di un piccolo progetto di solidarietà che si è concretizzato nella realizzazione di un parco giochi che ha permesso ai bambini di quella zona di vivere momenti di spensieratezza nonostante l’incubo di Boko Haram.

È un po’ lo spirito che anima non solo il Pime, ma anche l’associazione Colors for Peace, che è nata in un luogo molto particolare: un luogo di memoria dolorosa, ma anche di riflessione e di impegno contro tutte le guerre e i conflitti. «A Sant’Anna di Stazzema – spiega il presidente – è avvenuta una delle più orrende stragi nazifasciste. Sin dall’inizio l’idea è stata quella di costruire ponti tra culture e generazioni diverse, utilizzando il linguaggio universale dell’arte per diffondere messaggi di pace, solidarietà e unità tra i popoli. E così, i disegni dei bambini, con la loro purezza e semplicità, sono diventati potenti testimonianze di un futuro migliore, un sogno condiviso che unisce il mondo».

Per questo, l’associazione ha continuato a raccogliere opere da tutti gli angoli del pianeta, creando la più grande collezione mondiale di arte infantile dedicata al tema della pace. Non solo, Colors for Peace promuove iniziative di sensibilizzazione che coinvolgono altre organizzazioni e istituzioni pubbliche, per condividere idee e impegni concreti. È quanto successo anche lo scorso 21 giugno, proprio a Sant’Anna di Stazzema, dove – insieme al Comune e al Parco nazionale della pace – è stata organizzata una conferenza con testimonianze da Gaza, Ucraina, Sud Sudan e Libano.

«Stiamo operando in un momento difficile in cui si moltiplicano i conflitti – afferma il presidente Antonio Giannelli -. Anche i nostri sforzi di far interagire i bambini del mondo vengono continuamente vanificati dalle scelte dei potenti, ma noi continuiamo a provare a incidere sulle coscienze dei più piccoli. E non solo». 

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