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Brasile, il prete degli zingari vescovo ausiliare a San Paolo

«Padre Rocha» ha vissuto tra i circensi fin dagli anni del seminario. Attuale vice-presidente della pastorale dei nomadi in Brasile è stato chiamato da Papa Francesco ad affiancare il cardinale Odilo Pedro Scherer nell’arcidiocesi della grande metropoli
  Ha vissuto in un accampamento di zingari durante gli anni del seminario, lavorando anche come clown in un circo. Poco più di vent’anni dopo è il nuovo vescovo ausiliare di San Paolo, la grande metropoli del Brasile. Papa Francesco ha chiamato ora padre Jorge Pierozan, «padre Rocha» come è conosciuto a San Paolo, ad affiancare il cardinale Odilo Pedro Scherer nel ministero episcopale nella grande città. Sacerdote dal 1997, Pierozan oltre che parroco del Sagrado Coração de Jesus era già vicario generale aggiunto nonché vicario per la regione di Lapa – una delle sei in cui è suddivisa l’arcidiocesi di San Paolo. Ma anche in questi incarichi non ha mai smesso di camminare accando agli zingari, svolgendo tuttora il compito di vice-presidente della pastorale dei nomadi della Chiesa brasiliana. Padre Rocha stesso, classe 1964, è nipote di una zingara che ha sposato un emigrato italiano. Anche se a portarlo a vivere in prima persona insieme ai nomadi, nel Rio Grande do Sul, lo Stato di cui è originario, è stato l’incontro con don Renato Rosso, missionario fidei donum originario di Alba che di questo servizio pastorale ha fatto il filo rosso del suo sacerdozio vissuto da un continente all’altro. Oggi don Renato vive sempre con gli zingari ma nella diocesi di Khulna, in Bangladesh; tra gli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta, però, era stato un pioniere dell’attenzione agli zingari anche in Brasile. E fu proprio con lui che nella diocesi di Caxias do Sul l’allora seminarista Jorge Pierozan insieme a due altri compagni visse l’esperienza del seminario sotto la tenda. Il Brasile è il Paese dell’America Latina che conta la comunità più folta di zingari: le statistiche parlano di almeno 800 mila persone, cioè circa lo 0,4% della popolazione. Si racconta che siano giunti in America nella seconda metà del XVI secolo dopo essere stati espulsi dal Portogallo. Molti di loro parlano tuttora la lingua romani. E anche in Brasile devono fare i conti con tanti pregiudizi. «È stato tra gli zingari che ho incontrato alcuni dei miei migliori amici – raccontava padre Rocha recentemente in un’intervista -. Ho imparato ad amarli, a difenderli. Ho imparato a pregare con loro. I governanti, dal nord al sud, fanno poco o niente per dare loro dignità. La Chiesa cattolica invece li ama».  

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