Il Bolt indonesiano e la carica dell’Asia nell’atletica

Il Bolt indonesiano e la carica dell’Asia nell’atletica

Ai campionati mondiali under20 di Tampere un ragazzo dell’isola di Lombok ha battuto a sorpresa i due quotatissimi sprinter americani. Ed è solo il più vistoso di una serie di risultati che vedono l’Asia crescere nell’atletica leggera alla vigilia delle Olimpiadi di Tokyo 2020

 

Sarà indonesiano l’erede di Usain Bolt?

Guardando i risultati dei campionati mondiali under20 di atletica, in corso in questi giorni a Tampere in Finlandia, balza subito all’occhio la sorprendente vittoria nei 100 metri di Lalu Muhammad Zohri, un ragazzo indonesiano di soli 18 anni che è riuscito a battere per pochi centesimi i due atleti americani accreditati dei migliori tempi.

Il giovane Lalu vive insieme ai suoi fratelli in una piccola casa di bambù nell’isola orientale di Lombok. E fa ancora più scalpore scoprire che il ragazzo indonesiano è stato più volte costretto ad allenarsi scalzo: le scarpe chiodate per le gare in pista è riuscito ad acquistarle solo in occasione della manifestazione iridata.

La sua vittoria non ha solo riunito tutto il villaggio intorno ad un tablet, ma ha scatenato l’euforia di tutto il Paese; al punto che il presidente indonesiano ha promesso di aiutare Lalu e i suoi fratelli, purtroppo orfani, a ristrutturare la loro misera abitazione.
L’exploit di Lalu è stato il risultato più vistoso di un trend più generale che sta vedendo una crescita significativa dell’Asia nell’atletica leggera. Negli stessi mondiali giovanili di Tampere, poche ore dopo nei 400 metri femminili, ha trionfato l’indiana Hima Das diventando così la seconda atleta nella storia del suo Paese a vincere una medaglia d’oro in una competizione globale. Prima di lei era toccato a Neeraj Chopra che nel 2016 aveva vinto l’oro nel lancio del giavellotto, sempre ai mondiali under20.

Scorrendo il medagliere della manifestazione si può poi notare la presenza ai vertici del Giappone; emblematica dell’impegno nella preparazione degli atleti in vista delle olimpiadi di casa, che si terranno a Tokyo nel 2020. A Tampere i nipponici hanno infatti collezionato ben 4 medaglie tra cui quella d’oro nei 3mila metri femminili, una specialità che tradizionalmente vede primeggiare atleti di nazionalità africana.

Il percorso di crescità del Giappone non è comunque una novità: alle Olimpiadi di Rio il quartetto nipponico era riuscito ad impensierire persino la staffetta giamaicana guidata da Usain Bolt, dovendosi alla fine accontentare dell’argento. Tra i talenti del giappone, poi, non si può dimenticare Yuri Kawauchi, vincitore proprio quest’anno della prestigiosa maratona di Boston.

La nuova geografia dell’atletica vede inoltre ormai i qatarioti Abderrahman Samba (nei 400 ostacoli) e Mutaz Essa Barshim (nel salto in alto) sfiorare i record del mondo delle loro specialità in ogni meeting della Diamond League. Abbonato alle grandi manifestazioni è ormai anche il siriano Majd Eddin Ghazal (anche lui nel salto in alto), come Salwa Naser, ragazza del Bahrein che quando vinse il titolo mondiale under18 dei 400 metri fece notizia per il suo hijab. Ora Salwa ha 20 anni ed è arrivata all’argento assoluto mondiale con un nuovo look, diventando un simbolo per le ragazze del Golfo.

Se questi talenti asiatici si stanno facendo largo nelle piste, che cosa sta succendo alle grandi potenze dell’atletica come gli Stati Uniti e la Giamaica? I ragazzi a stelle e strisce non si sono esaltati nei mondiali giovanili: non risultano nemmeno nella top-ten del medagliere. I giamaicani fanno invece fatica a trovare un degno erede del supercampione Usain Bolt; basti pensare che nella finale dei campionati nazionali nella gara dei 100 metri nessun atleta è riuscito a scendere sotto la barriera dei 10 secondi, considerata come l’elite mondiale della specialità.

Le due nazionali però rimangono lo stesso un punto di riferimento per tutto il mondo dell’atletica, poichè capaci comunque di sfornare talenti di ottimo livello in tutte le specialità. Un risultato dovuto all’importanza che l’atletica ha anche a livello scolastico: tutti conoscono gli NCAA statunitensi e i campionati studenteschi giamaicani, seguiti con grande entusiasmo ed attenzione sia dai tifosi sia dai media.
In questa nuova geografia dell’atletica è comunque bello vedere come nessuno sia escluso da questa grande famiglia sportiva. Difficile trovare altri sport che riescano a riunire sullo stesso campo tutti gli angoli del mondo, con così tanti Paesi competitivi e capaci di portare soddisfazioni ai propri tifosi. Un incoraggiamento a ogni Paese a investire di più in una realtà sana e coinvolgente come lo sport.

 

Foto: Flickr daveynin