James Janknegt, via crucis “Made in Usa”

Pittore e muralista texano, il suo linguaggio espressivo non è costituito da simboli ormai perduti, ma da oggetti del quotidiano stilizzati, luoghi riconoscibili, elementi che connotano la cultura locale, così da permettere a chi guarda di riappropriarsi del significato delle narrazioni evangeliche
Per James Janknegt, pittore e muralista texano nato a Austin nel 1954, il mondo dell’arte si spalanca all’età di 17 anni all’interno di un centro commerciale: mentre sfoglia una rivista viene investito dalla potenza di un’immagine del dipinto di Dalì, il “Cristo di san Giovanni della Croce”, che gli rivela la sua vocazione: diventare un artista e realizzare opere a soggetto cristiano. Col passare del tempo questo primo forte impatto emotivo si trasforma in una scelta consapevole: produrre un’arte sacra, religiosa e cristiana, ossia aperta alla bellezza, al dialogo con Dio e focalizzata sulla narrazione della storia della salvezza.
Le sue opere più conosciute sono le illustrazioni dedicate alle parabole, dipinti dallo stile inconfondibile che coinvolgono lo spettatore portandolo in un mondo espressivo in cui la narrazione biblica trova posto nel contemporaneo. Il figliol prodigo è un giovane che ha dissipato l’eredità paterna in giochi d’azzardo e bordelli, per poi finire impiegato in un McDonald’s e disperarsi vicino a un cassonetto dell’immondizia.
I vendemmiatori sono poveri migranti arrivati in California per la raccolta della frutta. Il contadino stolto è un imprenditore immobiliare senza scrupoli, mentre Maria Maddalena fruga nella sua borsa piena di cosmetici per lavare i piedi di Gesù, spesso rappresentato con indosso una polo e dei jeans. Niente di più lontano dalla Palestina del I secolo, che viene sostituita dalle terre del Sud-ovest americano, un tempo percorso da cowboy, nativi e spagnoli, e oggi caratterizzato da una cultura consumistica e da problemi di integrazione.
James Janknegt afferma che le sue opere nascono dallo studio preciso delle narrazioni bibliche, che vengono calate nel contemporaneo anche grazie a un’osservazione attenta della realtà che lo circonda. Così il suo linguaggio espressivo non è costituito da simboli ormai perduti, ma da oggetti del quotidiano stilizzati, luoghi riconoscibili, elementi che connotano la cultura locale, così da permettere a chi guarda di riappropriarsi del significato delle narrazioni evangeliche.
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