Gli occhiali di Lay che oggi va all’università

Gli occhiali di Lay che oggi va all’università

Una storia che arriva dalla Cambogia dimostra l’efficacia delle Borse di studio universitarie che Fondazione Pime promuove in tutto il mondo: un sostegno che cambia la vita di tanti giovani

Lay è un ragazzo di 25 anni, viene dal Lago 94, una delle zone più povere di Ampau Prey, cittadina nel Sud-est della Cambogia a soli 20 km dalla capitale Phnom Penh.
Il Lago 94 è una periferia del mondo dove non arriva nessun tipo di servizio: niente acqua, elettricità, fogna, strade, scuole o pagode; semplicemente nulla, a parte 150 famiglie che le onde più violente della vita hanno buttato lì.
Quando Lay incontra per la prima volta i missionari del Pime ha poco più di 16 anni, non è ancora cristiano, ma sta imparando a conoscere Gesù attraverso la sua piccola comunità.
In quegli anni padre Mario Ghezzi, oggi presidente di Fondazione Pime e allora missionario e parroco in Cambogia, eredita il lavoro iniziato da padre Toni Vendramin, che insieme a New Humanity International, ong legata al Pime, ha sostenuto per molti anni i giovani e le famiglie che risiedono nel Lago 94 e gli studenti del centro di accoglienza e formazione per bambini e giovani House of Hope.
È proprio in quel periodo che Lay conosce la realtà cristiana, i missionari del Pime e inizia a credere che qualcosa può cambiare nella sua vita. Ed è così.
Di lì a poco il ragazzo riesce finalmente ad abbandonare il Lago 94 dove fino ad allora viveva. Si lascia alle spalle quel luogo di povertà e miseria e viene “adottato”, insieme ad altri 30 ragazzi, da Thary, una 50enne cambogiana di origine cinese residente nella missione di Ampau Prey. Gli ospiti accolti nel centro House of hope vivono la loro prima esperienza comunitaria. Ogni giorno frequentano la scuola e le lezioni, con il sostegno di Thary, dei missionari del Pime e di tutta la comunità.
Lay inizia una vita nuova fatta di impegno quotidiano, cura della propria persona, della pulizia dei luoghi dove vive, delle relazioni interpersonali da gestire e da coltivare, di studio serio e costante e di una conoscenza lenta e graduale della vita cristiana.
A un certo punto scopre di avere problemi di vista ma non osa dirlo a Thary perché sta già ricevendo molto da lei. Decide di tacere e di risparmiare 5 dollari per comprarsi un paio di occhiali. Passa qualche mese e la fatidica cifra è raggiunta. Parte in bicicletta e pedala sotto il sole cambogiano per 20 chilometri per raggiungere la città di Ta Khmau dove si trova il primo ottico disponibile.
Entra e chiede il costo di un paio di occhiali, i più economici ovviamente. La risposta dell’ottico suona come una sconfitta insuperabile: «Sette dollari, a meno non si compra nulla!». Sconsolato esce, si guarda intorno e vede un povero seduto e affamato. Non pensa alla piccola sconfitta che ha appena ricevuto: mette le mani in tasca, tira fuori i 5 dollari e li dà al povero.
L’oculista vede la scena e ne rimane colpito; richiama Lay in negozio e gli regala un paio di occhiali. Ecco come funziona la logica della Provvidenza e della Risurrezione.
Questa è una Pasqua semplice che è fiorita nel gesto di gratuità di questo ragazzo, Dio poi ha pensato a come ricompensarlo. La testimonianza che Dio ci chiede ha la forza di questa semplicità disarmante.
Oggi Lay ha superato ogni ostacolo e, terminati gli studi superiori, ha potuto iscriversi all’università grazie a una Borsa di studio universitaria offerta dai sostenitori italiani di Fondazione Pime. Ha iniziato il corso di Relazioni Internazionali alla Cambodian Mekong University di Phnom Penh, ha già concluso il terzo anno di studi e l’anno prossimo, terminati i corsi, potrà finalmente conseguire la tanto sudata laurea.
Dopo la partenza di padre Mario nel 2018, Lay è stato seguito e accompagnato da padre Giovanni Tulino, missionario del Pime in Cambogia dal 2014. Padre Giovanni ci racconta oggi di Lay come di «un ragazzo d’oro, che ha tanta voglia di studiare, mi aiuta ed è impegnato nella parrocchia».
In molti Paesi dove opera il Pime le Università sono presenti solo nelle città più grandi e ricevere una formazione accademica comporta ingenti sacrifici da parte dei ragazzi e delle loro famiglie, per i costi elevati delle tasse di iscrizione e le spese di vitto e alloggio per vivere lontano dalla propria casa.
Per questo i missionari individuano, seguono personalmente e sostengono la formazione professionale e universitaria di ragazzi e ragazze particolarmente bisognosi e meritevoli, che altrimenti non avrebbero la possibilità di accedere a studi superiori. La storia di Lay è solo una delle tante che abbiamo ascoltato e preso a cuore. Senza l’intervento dei missionari del Pime, che dedicano l’intera vita alle comunità in cui operano, il futuro di Lay sarebbe stato incerto e con poche probabilità di riscatto.
Ogni anno Fondazione Pime, grazie al supporto di sostenitori e amici come voi, aiuta decine di ragazzi e ragazze nel mondo, volenterosi e desiderosi di studiare e di avere un futuro migliore.
Ma i giovani che hanno bisogno del nostro sostegno sono molti di più.


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