Nella festa dell’Epifania l’ordinazione diaconale di Joseph Varghese

Nella festa dell’Epifania l’ordinazione diaconale di Joseph Varghese

Nella solennità che parla della manifestazione di Gesù alle genti nella chiesa di San Francesco Saverio a Milano è avvenuta l’ordinazione diaconale di Joseph Varghese Mobin, missionario del Pime, presieduta dal vescovo ausiliare di Milano mons. Paolo Martinelli

 

Finite le cosiddette vacanze natalizie, dopo le esperienze pastorali varie nei nostri luoghi di servizio, il 6 gennaio ci ha visto radunarci in seminario, in un clima festoso. Nel pomeriggio, ci siamo recati nella casa madre del PIME, a Milano per i preparativi della Santa Messa nella quale si sarebbero celebrati 2 eventi estremamente importanti: la solennità dell’Epifania e l’ordinazione diaconale dell’ormai don Joseph Varghese Mobin, membro della nostra comunità. Dopo le prove pomeridiane, la chiesa San Francesco Saverio della Casa Madre ha iniziato ad “affollarsi” di persone venute a pregare con noi, e per sostenere l’eletto del giorno. Prima della santa messa, la comunità insieme al popolo di Dio ha recitato i vespri, in preparazione alla Santa Messa.

Con l’inizio del canto d’ingresso, intonato dalla cappella cantorum del seminario che la processione si è avviata verso l’altare, con mons. Paolo Martinelli, vescovo e vicario episcopale dell’arcidiocesi di Milano, accompagnato da mons. Claudio Fontana, maestro delle cerimonie della stessa arcidiocesi. Ad affiancare il vescovo Paolo sull’altare per la concelebrazione eucaristica, sono stati i padri formatori del seminario ed il rettore della chiesa San Francesco Saverio che ci ospitava.

Durante l’omelia, il presidente della celebrazione, mons. Paolo, ha ribadito il fatto che celebrare insieme i due eventi – l’epifania e l’ordinazione diaconale – sono l’occasione per tutto il Pime di riappropriarsi la propria missione, che per il Pime non è una parola accanto ad altre, ma proprio il centro di tutto: ha riaffermato la missione di tutti i cristiani partendo dal magistero di Papa Francesco, e ha aggiunto che in qualche modo, il missionario è un re mago che segue la Stella, in ricerca del Signore che è nato. Queste provenienze dei re magi rimandano alla missione ad Gentes che è uno dei pilastri del nostro Istituto; e che ridice l’universalità della salvezza di Dio per gli uomini. L’Epifania ricorda a tutti, e soprattutto al Pime che siamo chiamati a servire il popolo di Dio che è formato dalle genti, andandogli incontro, nelle loro culture.

Al candidato, dopo aver ricordato a grandi linee la storia della sua vocazione, il vescovo ha ricordato l’importanza della figura del diacono nella vita della Chiesa, e lo ha invitato ad essere al servizio del santo popolo di Dio, ricordandogli che la sua vocazione è missionaria, che va vissuta secondo la realtà del Pime. Il diacono, per poter mettersi al servizio dei fratelli e delle sorelle, ha bisogno lui stesso di lasciarsi prendere al servizio, arrendersi all’amore per poter servire come Cristo, che ha preso tutta la nostra esistenza e la trasforma; altrimenti si diventerebbe semplicemente funzionari di Dio, carrieristi di Dio. Il presidente della celebrazione ha invitato Joseph a conservare questa chiamata che ha ricevuto da Dio fuggendo dalla routine, dall’abitudine, e a far sì che la sua diaconia diventi matura, cioè testimonianza di vita e ha chiesto l’intercessione della Vergine Maria nel ministero del neo-diacono.

Dopo l’omelia è iniziato il rito propriamente detto dell’ordinazione che ha trovato il suo apice nell’imposizione delle mani del vescovo e della preghiera di consacrazione prevista dal Pontificale. Il vescovo, a nome della sua successione apostolica, trasmette così al diacono l’autenticità del primo grado del sacramento dell’Ordine.

La celebrazione eucaristica è continuata secondo il consueto rito. La Messa è stata molto partecipata, con la presenza notevole delle comunità parrocchiali dove il candidato ha prestato servizio in questi anni di formazione in Italia: la parrocchia Santa Maria Ausiliatrice e San Silvestro alla Barona e la parrocchia San Michele di Magnago.