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Poth amader-o

Sempre più numerose sono le donne, anche giovani, che portano veli, o la burka che lascia scoperti solo gli occhi e – in alcune versioni più severe – nemmeno quelli: vedono attraverso il velo nero. Altre hanno dato il via al movimento “Poth amader-o”, che significa “la strada è anche nostra”. Si scambiano e pubblicano riflessioni e testimonianze sul disagio che provano a camminare per le strade, andare al bazar, viaggiare sul risciò. “Vorrei essere invisibile” scrive una, e una studentessa universitaria: “Ogni volta che devo uscire cerco una scusa per non farlo, e se esco mi sento in colpa”. Il rimedio non sta nel coprirsi ancora di più o nel restare a casa, ma nel convincersi che “la strada è anche nostra”, che se gli uomini guardano con insistenza o fanno commenti pesanti, il problema è loro. “Non uso più il tettuccio del risciò, che è fatto per riparare dalla pioggia, non dallo sguardo degli uomini. Oltre tutto sono alta, e ci batto pure la testa: a che pro?”, spiega una, e aggiunge: “Se qualcuno tocca o molesta, fa una cosa vergognosa per lui, non per la donna.” Una giovane signora, dopo aver descritto i disagi provati per molti anni, spiega: “Ho imparato a strillare subito, appena mi toccano. È un’arma che non costa nulla, educa, funziona sempre ottimamente: imparate ad usarla!”

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