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Parlamento

Il palazzo del Parlamento del Bangladesh, a Dhaka, non mi piace molto, ma riconosco che si tratta di un’opera pregevole, disegnata da un famoso architetto tedesco di cui non ricordo il nome. Troneggia imponente, circondato da ampplissimi prati sempre ben tenuti, e qualche fila di alberi rigogliosi. Notevole. Ma viene usato poco. A parte gli anni delle dittature e dei governi militari, quando rimane vuoto, anche con la “democrazia” non si logora certo per l’uso. L’opposizione sta quasi sempre fuori per protesta, andandoci solo quando è assolutamente necessario per non perdere il diritto allo stipendio. La maggioranza, non avendo con chi discutere, decide alla svelta e se ne va. Per il futuro non si prospetta un uso maggiore. Sembra che alle prossime elezioni, fissate per il 5 gennaio, si presenterà soltanto il partito Awami League, mentre gli altri hanno deciso di boicottare, quindi non andranno neppur più per prendere lo stipendio. Questa mattina, gustando il sole e il traffico ridotto a causa dello sciopero, sono passato davanti al Parlamento, e ho visto in lontananza una dozzina di mucche che dignitosamente pascolavano negli splendidi prati. Chi le ha messe ha avuto un’idea secondo me ottima, veramente intelligente: avremo almeno le mucche parlamentari.

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