La bambina siriana che dà colore alla guerra
A otto anni Maria Barghouthy dimostra un talento straordinario per la pittura. Mentre ad Aleppo sono ripresi durissimi i bombardamenti, a Damasco i suoi lavori ritraggono con uno sguardo fuori dal comune il conflitto siriano e il dramma dei rifugiati
In queste ore ad Aleppo i bombardamenti sono ripresi con rinnovato vigore, e a farne le spese sono stati di nuovo civili e personale medico. Il governo siriano e l’aviazione russa hanno intensificato gli attacchi, in quella che ha tutta l’aria di essere la grande offensiva finale contro i ribelli asserragliati in uno dei campi di battaglia più insanguinati del conflitto. A 400 km di distanza, a Damasco, vive Maria Barghouthy, una bambina siriana di otto anni. È abbastanza lontana dal conflitto da poter ancora andare a scuola, ma non è abbastanza grande da poter ricordare un tempo in cui il suo Paese non fosse in guerra. Da quando ha sei anni Maria si è appassionata al disegno e alla pittura e ha dimostrato un talento fuori dal comune: ritrae i suoi familiari, riproduce dipinti famosi, ma i suoi lavori più toccanti sono quelli che riproducono la guerra in Siria e il dramma dei rifugiati. Come afferma il critico d’arte siriano Saad AlKassem in un’intervista realizzata dal sito Middle East Eye, Maria ha sviluppato una tecnica e una sensibilità molto superiori a quelle dei suoi coetanei. Ha iniziato a disegnare imitando suo padre, professore di architettura all’Università di Damasco, e nel giro di due anni la sua bravura ha iniziato a farsi strada anche a livello internazionale, arrivando a esporre anche a Milano. Maria usa la sua arte per raccogliere fondi, soprattutto per i bambini che hanno perso i genitori a causa della guerra che sta devastando il suo Paese. La tecnica di Maria non pone limiti alla sua immaginazione: riesce a passare elegantemente da una scuola pittorica all’altra e a reinterpretare con risultati impressionanti i lavori di artisti come Van Gogh, Picasso e Modigliani. I suoi acquerelli uniscono la delicatezza della tecnica e l’innocenza della sua giovane età alla durezza dei soggetti di guerra, qualcosa che fa parte della sua vita quotidiana nonostante ne sia tenuta a distanza. Sul suo profilo Facebook, dove posta i suoi lavori, riceve commenti entusiasti da un largo seguito di fan che la supportano e che l’hanno soprannominata “la regina siriana dei colori”.Articoli correlati
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