Esce oggi il rapporto di Medici senza frontiere che documenta le violenze indiscriminate che da oltre un anno vengono commesse in Sudan, dove la situazione umanitaria è catastrofica e anche l’intervento sanitario è sempre più difficile
Mentre nella Striscia di Gaza, martellata dalle bombe, il fantasma della carestia si fa sempre più reale e la guerra rischia pericolosamente di allargarsi, parla suor Nabila Saleh, che per sei mesi è rimasta rifugiata nella parrocchia cattolica insieme a 635 sfollati cristiani, in condizioni umanitarie disperate. Guarda qui la sua testimonianza nella puntata di Finis Terrae
Un anno dopo l’inizio del conflitto, l’Onu definisce la situazione sudanese «uno dei peggiori disastri umanitari della storia recente». Migliaia di morti e quasi 9 milioni di persone costrette a lasciare le loro case. Ma nessuno ne parla. E nessuno interviene
È l’appello di suor Regina, religiosa birmana delle Suore della Riparazione, che ha portato la sua testimonianza al Centro Pime di Milano, in occasione di un momento speciale di preghiera per il suo Paese, che vive anche quest’anno una Pasqua segnata dalla guerra e dalla sofferenza
Nel Paese oggi nell’occhio del ciclone per gli attacchi Houthi nel Mar Rosso, la ong fondata da Asia Al-Mashreqi ha aiutato due milioni di rifugiati di guerra. «Ma il mondo ha lasciato solo il mio popolo», dice la vincitrice del Premio Nansen dell’Onu. Che è la protagonista anche della nuova puntata di Finis Terrae
Sono quasi otto milioni i profughi e gli sfollati sudanesi. Un’emergenza senza fine e sempre più grave, accompagnata da gravi crimini di guerra e violazioni dei diritti umani. Ma non si intravvedono vie d’uscita al conflitto civile. Il Pime impegnato con i profughi in Ciad
È il Paese più giovane dell’Africa, nato nel 2011. Ma le grandi speranze del Sud Sudan si sono scontrate la guerra civile, le ripetute crisi umanitarie e, oggi, l’arrivo di centinaia di migliaia di profughi in fuga dal vicino Sudan. In prima linea, in mezzo a tante emergenze, c’è il missionario Christian Carlassare, vescovo di Rumbek, che da quasi vent’anni condivide il travagliato cammino di questa terra. Compresa la violenza: nel 2021 un attentato lo ferì gravemente alle gambe. Ma non si è lasciato scoraggiare: qui ci racconta la sua opera e quella della Chiesa sudsudanese per assistere la gente, promuovere l’istruzione dei giovani – in particolare le ragazze – e portare avanti un cammino di riconciliazione, unica via per un futuro di pace
La riflessione comune delle riviste missionarie italiane in occasione della Giornata mondiale della pace 2024, segnata dalla recrudescenza di così tante guerre: «Chiediamo perdono per le ingiustizie dimenticate troppo a lungo»