Secondo l’Alto Commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), circa 860 mila persone starebbero per lasciare il Paese: la maggior parte sono sudanesi, ma moltissimi altri sono, a loro volta, rifugiati che si erano riversati in Sudan in fuga da Eritrea, Etiopia, Siria, Yemen e Sud Sudan
Violenti scontri sono scoppiati sabato tra l’esercito e un gruppo paramilitare sostenuto pure dai russi della Wagner. Anche Papa Francesco ha invitato deporre le armi e a far prevalere il dialogo
Il racconto del Pontefice in un podcast realizzato da VaticanNews in occasione della ricorrenza di oggi. «Non immaginavo che sarei stato il Papa della Terza Guerra mondiale». In Santa Marta questa mattina una Messa con i cardinali presenti a Roma
I volontari di Caritas-Spes Ucraina – da un anno in prima linea per assistere le vittime della guerra – hanno scritto una Via Crucis per questo primo venerdì di Quaresima che coincide con l’anniversario dell’invasione russa. La preghiera questa sera in streaming alle 19 ore italiana. Accompagnata idealmente da una Croce realizzata con i vetri delle case distrutte dai bombardamenti
Un pellegrinaggio ecumenico di pace è quello che vede protagonisti Papa Francesco insieme all’Arcivescovo di Canterbury e al Moderatore dell’Assemblea generale della Chiesa di Scozia. Che oggi a Juba hanno chiesto alle autorità un impegno concreto per la riconciliazione
Negli ultimi mesi la guerra è tornata a insanguinare l’Est della Repubblica Democratica del Congo, un Paese africano che da decenni ormai non trova pace. Alla vigilia del viaggio di Papa Francesco – che dal 31 gennaio al 5 febbraio oltre a questo martoriato Paese toccherà anche il Sud Sudan – abbiamo chiesto all’attivista congolese John Mpaliza di aiutarci a capire le cause di un conflitto dimenticato
Il conflitto nel cuore dell’Europa oppone fratelli nella fede, uniti da un legame storico. Lo scontro attuale, manipolato dalla politica, ha creato una frattura le cui conseguenze vanno ben oltre i confini ucraini
Nel messaggio per la ricorrenza che la Chiesa celebra il 1° gennaio una riflessione sulla ripartenza dopo il Covid alla luce delle conseguenze globali del conflitto in Ucraina: «Il virus della guerra è più difficile da sconfiggere perché non viene dall’esterno. Non possiamo pensare solo a preservare lo spazio dei nostri interessi personali o nazionali»